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Inter-Liverpool: Inzaghi gigante tradito senza panchina e a 15′ dall’impresa

Inter-Liverpool si traduce in un’altra delusione beffarda. Sconfitta immeritata ma pesante. E non solo perché casalinga. Lo 0-2 finale annulla l’ottima prestazione della squadra di Inzaghi, che non può fare miracoli pescando i jolly dalla panchina come il collega Klopp. La delusione è tanta ed è motivatissima. Di seguito l’analisi tattica di Inter-Liverpool

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza scelto da Inzaghi per affrontare il Liverpool in Champions League: Handanovic; Skriniar, de Vrij, A. Bastoni; Dumfries, Vidal, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro Martinez.

Inter-Liverpool formazione ufficiale
Inter-Liverpool formazione ufficiale

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGTHS – Nel primo tempo, al 16′ traversa clamorosa di Calhanoglu, che vede il pallone uscire dalla porta difesa da Alisson a portiere praticamente battuto. Nel secondo tempo, al 60′ Dzeko segna ma parte in fuorigioco sul bel lancio di Vidal, giusto annullarlo. Poi, al 75′ Firmino porta in vantaggio il Liverpool girando di testa su calcio d’angolo, bravissimo nell’anticipare Bastoni e superare Handanovic, che si limita ad accompagnare la sfera in rete (0-1). Infine, all’83′ Salah raddoppia facendo passare il pallone tra varie gambe nerazzurre, quelle di Brozovic probabilmente decisive per la deviazione che mette l’immobile Handanovic fuori dai giochi (0-2).

MODIFICHE – Al 70′, sullo 0-0, arriva il primo doppio cambio dell’Inter: fuori Lautaro Martinez, dentro Sanchez. Solita staffetta in attacco con il cileno che si posiziona alla sinistra di Dzeko. All’87′, sullo 0-2, triplo cambio nerazzurro: fuori de Vrij, Dumfries e Vidal, dentro Ranocchia, Darmian e Gagliardini. Tre modifiche ruolo per ruolo, giusto per movimentare un finale già scontato. Al 91′ terzo e ultimo cambio per Inzaghi: fuori Bastoni, dentro Dimarco. Altra staffetta, stavolta nel ruolo di terzo sinistro in difesa (come da immagine sotto allegata, ndr).

Inter-Liverpool formazione finale
Inter-Liverpool formazione finale

Player Analysis: il singolo decisivo in Inter-Liverpool visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Sconfitta che brucia per come matura, soprattutto se c’è chi in campo non matura: Brozovic. Che è il peggiore in campo (vedi pagelle di Inter-Liverpool, ndr), quindi il protagonista in negativo. L’unico croato in campo per l’Inter veste la maglia numero 14, perché il 77 è completamente estraneo al gioco. Merito di Klopp, che conosce il potenziale di Brozovic e riesce a limitarlo attraverso un pressing fruttuoso. Inzaghi perde il suo “regista” ma anche il suo primo interditore. Calhanoglu deve impostare al posto suo, Vidal fare legna extra. Non può durare più di un’ora, infatti al 75′ il meccanismo crolla. In partite simili ci si aspetta qualcosa in più dalle stelle. Ecco, Brozovic stavolta dimostra di non essere ancora maturo abbastanza per prendere in mano la propria squadra. E non è solo merito del Liverpool, quindi. Involuto.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Inter-Liverpool

COMMENTO – Il fatto che i migliori esterni in circolazione a San Siro sembrano quelli in maglia nerazzurra anziché rossa fa riflettere. Partita preparata in maniera spettacolare, senza mai rischiare nulla. Anzi, se Calhanoglu abbassa un po’ la mira… Ecco. All’Inter manca solo il gol. Non un dettaglio da poco. C’è chi fa 30 ma non 31. E poi c’è Inzaghi, che fa 75′ ma non 90′. La sua Inter è pressoché perfetta contro un Liverpool che arriva da un altro pianeta calcistico. Differenza che non si vede in campo e nemmeno in panchina, lato allenatore. Il miglior complimento possibile per l’allievo Inzaghi al cospetto del Prof. Klopp. Lato calciatori, invece, è un dramma. Il tecnico tedesco fa alzare chi vuole dalla panchina, quello italiano non può nemmeno fingere di avere un piano B. Ed effettivamente non c’è. Cambiare significa complicare il disegno tattico inzaghiano. Non cambiare significa condannare l’Inter a crollare nel finale. Inzaghi opta per questo scenario, che arriva puntuale. Alla fine lo 0-2 si sarebbe dovuto/potuto evitare, limitando i danni con il già beffardo 0-1. Ma il calcio inzaghiano, orientato all’attacco no-stop, non prevede altri copioni né altri ritmi. Appena la stanchezza prende il sopravvento, senza l’aiuto della panchina, la partita dell’Inter finisce. E il Liverpool B è superiore, oltre che cinico. Un gigantesco Inzaghi va a un passo dalla storia: far credere che la sua Inter sia alla pari della corazzata Liverpool sarebbe stata un’impresa. Mancavano solo 15′ e nessuno avrebbe potuto dire diversamente.

OSSERVAZIONE – L’Inter gioca meglio ma perde. La squadra di Inzaghi domina 75′, senza segnare né subire (zero tiri!), e subisce 15′, senza segnare e subendo due gol (due tiri!). E così il Liverpool di Klopp ha un piede e mezzo ai quarti di finale di Champions League, sfruttando questo canovaccio. Giusto? No ma è così. E da salvare non c’è nulla. Il bicchiere non è mezzo vuoto: è tutto vuoto. Il riassunto di Inter-Liverpool è freddo, perché è giusto assumersi alcune responsabilità. L’Inter di Suning si presenta da sfavorita all’appuntamento con la storia ma l’Inter di Inzaghi le prova tutte per ribaltare ogni pronostico. E per poco non ci riesce. Peccato le partite durino 90′ più recupero, cambino grazie alle sostituzioni (ah già, che utilità la panchina…) e si vincano solo segnando nella porta avversaria. Tre optional per l’Inter di oggi, che dura poco più di un’ora, non ha ricambi all’altezza (dei titolari ma non solo…) e non riesce a sbloccarsi in zona gol. Di contro, subisce reti alla prima distrazione. Questo problema è venuto a galla a inizio stagione. Il mercato di riparazione avrebbe dovuto/potuto correggerlo, e invece nel momento clou della stagione nerazzurra i problemi si moltiplicano. L’Inter non ha una rosa da 100′ a partita. Inzaghi può dirsi “tradito” dai vertici dopo tutto il lavoro fatto in questi mesi ma è tempo di voltare pagina: testa all’Italia (Serie A e Coppa Italia, in ordine di importanza), l’Europa può aspettare. A Liverpool sarà un’altra partita senza nient’altro da perdere, chissà…

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