Analisi tattica

Inter-Lecce: 4 gol come le rivoluzioni tattiche di Conte, Candreva rinato

Buona la prima per l’Inter di Conte, che debutta a San Siro con un poker: Brozovic apre e Candreva chiude, in mezzo le novità Sensi e Lukaku firmano il debutto personale perfetto. Un 4-0 che non deve far pensare subito in grande sia per l’avversario tutt’altro che irresistibile sia per quanto visto effettivamente in campo, ma il lavoro fatto da Conte più sulla testa che sulle gambe si vede già. Candreva sorprende e non solo per il gol

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare il Lecce: Handanovic; D’Ambrosio, Ranocchia, Skriniar; Candreva, Vecino, Brozovic, Sensi, Asamoah; Lukaku, Lautaro Martinez.

Inter-Lecce Formazione Ufficiale
Inter-Lecce Formazione Ufficiale

MODULO – La prima Inter ufficiale di Conte è quella annunciata: 3-5-2 di partenza con la doppia mezzala e i due esterni a tutta fascia per rinfoltire il centrocampo a cinque, che è la vera novità stagionale, più della difesa a tre che perde de Vrij nel riscaldamento, al centro Ranocchia.

PRIMO TEMPO – Dopo un inizio soft in attesa di prendere le misure, l’Inter gioca in velocità spingendo tantissimo sulle fasce, dove Candreva e Asamoah sono ispirati, anche perché per assurdo vengono lasciati liberi di agire senza essere marcati. Ottimo il fraseggio a centrocampo, nonostante qualche tocco troppo lezioso soprattutto nella costruzione dal basso, il gioco in verticale viene esaltato dal contropiede. La poca qualità in difesa non aiuta complessivamente nell’espressione della miglior prestazione possibile al pari della condizione precaria degli attaccanti. Al 21′ Brozovic dal limite dell’area disegna una parabola che finisce sotto il sette. Vantaggio meritato dopo aver sprecato più di un’occasione. Al 24′ Sensi fenomeneggia dribblando la difesa del Lecce per poi battere a rete con un diagonale chirurgico nell’angolino. Il doppio vantaggio dà fiducia all’Inter, che inizia a macinare gioco alla ricerca del tris. Davanti meglio Lukaku che Lautaro Martinez, quest’ultimo sprecone sotto porta. Dietro, a parte qualche rischio inutile, Handanovic (autore di un’uscita folle…) non può lamentarsi, ma Conte fa bene ad alterarsi per la superficialità in troppi disimpegni. Il primo tempo termina 2-0: lampi di concretezza, Inter convincente.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza modifiche di formazione. I pregi e i difetti dell’Inter rimangono gli stessi, tanto pressing sul portatore di palla ma anche tanti spazi attaccabili in mezzo al campo. Al 60′ Lukaku fa sponda per Lautaro Martinez e sfrutta la respinta centrale di Gabriel per battere a rete con fin troppa facilità. Al 66′ primo cambio per l’Inter: fuori Vecino, dentro Barella. Staffetta annunciata nel ruolo di mezzala destra. L’Inter addormenta il gioco, anche il Lecce non ne ha più: si gestisce il triplo vantaggio. Al 72′ secondo cambio per Conte: fuori Sensi (affaticato), dentro Gagliardini. Si snatura il trio di centrocampo, che perde geometrie in favore di fisicità. Al 77′ viene espulso Farias per un duro intervento da dietro su Barella. Al 78′ terzo e ultimo cambio per l’Inter: fuori Lautaro Martinez, dentro Politano. L’italiano si posiziona alla destra di Lukaku, ma in realtà svaria intorno al centravanti belga facendosi trovare alternativamente anche a sinistra (come da immagine sotto allegata, ndr). All’82’ annullato il bellissimo gol di Politano dal limite nell’angolino perché Lukaku partecipa all’azione trovandosi in fuorigioco sulla traiettoria. All’84 clamoroso gol di Candreva, che dalla lunga distanza con il destro fa partire un siluro dritto per dritto che termina sotto l’incrocio. Nel finale si attende solo il triplice fischio. Il secondo tempo termina 4-0: troppa Inter per un pur buon Lecce.

Inter-Lecce Formazione Finale
Inter-Lecce Formazione Finale

PROTAGONISTA – Il premio potrebbe essere condiviso tra più “stelle” della serata, ma bisogna fare uno strappo alla regola ed evidenziare la vera gradita novità: Candreva. Rispetto agli altri marcatori, che curiosamente sono stati i migliori in campo e non per i gol segnati, il numero 87 dell’Inter inizia alla grandissima fin dalla prima giocata e conclude la sua prestazione con una rete capolavoro. Nel mezzo tanta corsa di qualità, chiusure difensive e spinte offensive, diagonali e cross, interventi da mediano consumato e giocate da trequartista navigato. Un Candreva mai visto così decisivo, preciso e a suo agio. Rinato.

COMMENTO – Guai a fare voli pindarici. I quattro gol di San Siro contro il neopromosso Lecce non significano assolutamente nulla. Anzi, la prestazione non è stata nemmeno così spettacolare come può far credere il risultato (non bugiardo, ma esagerato sì). Non bisogna soffermarsi sul 4-0, bensì su come è arrivato. E qui c’è tutto di Conte. L’approccio iniziale aggressivo è quello tipico delle squadre del tecnico leccese, che esulta come un matto in occasione dell’uno-due firmato Brozovic-Sensi. Ed è questa la prima di quattro rivoluzioni tattiche di Conte: il centrocampo a cinque con due mezzali diametralmente opposte per caratteristiche e compiti, l’incursore Vecino (che non si vede quasi mai, se non per allargarsi e lasciare campo a Candreva sulla destra) e il regista “doppione” Sensi, che completa il lavoro di Brozovic. Torna la qualità a centrocampo e tornano i gol, sebbene ci siano pecche in interdizione e non solo. La seconda rivoluzione non può che essere quella offensiva: l’Inter di Conte gioca con due punte in linea, ma non statiche, infatti i punti di riferimento sono pochi (così come l’affiatamento tra Lautaro Martinez e Lukaku, per ora) e confezionano in coppia il terzo gol. La terza rivoluzione ovviamente è quella arretrata: la difesa a tre va rimandata a tempi migliori, non tanto per la prestazione in sé, quanto per i singoli scesi in campo in emergenza (senza de Vrij e Godin praticamente si parla di un’altra roba). La quarta e ultima rivoluzione, però, è la più importante di tutti: i due esterni a tutta fascia che arano le corsie laterali con naturalezza, tanta quantità quanta qualità (relativa per ora…), una ventata di freschezza rispetto alle prestazioni grottesche offerte negli ultimi due anni con il doppio binario terzino-ala, e il gol da cineteca di Candreva è la ciliegina meritata sulla torta, senza sottovalutare l’ottima prova di Asamoah. Contro il Lecce si è visto poco, davvero, ma i presupposti sono i migliori: Conte in un mese e mezzo ha lavorato più sulla testa che sulle gambe dei suoi giocatori e, in attesa che il mercato porti in dote altri talenti da schierare, il primo prodotto offerto al pubblico di San Siro è di quelli buoni. Rincorsa iniziata, sì.

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