Analisi tattica

Inter-Juventus: Conte punta a non perderla e la perde senza cambiare idea

L’Inter si ferma a sei. La prima non vittoria in campionato è una sconfitta, anche dolorosa per come maturata: l’1-2 che riporta la Juventus in vetta al campionato si riduce al rigore segnato da Lautaro Martinez e tanti errori, più dietro che davanti. Conte non osa e paga proprio questo, gli infortuni fanno il resto

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare la Juventus: Handanovic; Godin, de Vrij, Skriniar; D’Ambrosio, Barella, Brozovic, Sensi, Asamoah; Lautaro Martinez, Lukaku.

Inter-Juventus Formazione Ufficiale
Inter-Juventus Formazione Ufficiale

MODULO – L’Inter viene messa in campo senza novità, esattamente come la si aspettava dopo Barcellona, quindi con il solito 3-5-2, ancora più difensivo vista la presenza di D’Ambrosio come quinto di centrocampo. L’idea di Conte è quella di non scoprirsi troppo per colpire la Juventus appena si sbilancia un po’, senza rinunciare alla costruzione dal basso.

PRIMO TEMPO – L’Inter inizia forte allargando il campo sulla destra e con le punte che giocano lontane dalla porta per accompagnare l’azione, ma al 4′ la Juventus va in vantaggio alla prima occasione con un diagonale mancino di Dybala che brucia Skriniar e Handanovic. Al 9′ Cristiano Ronaldo semina il panico nella difesa dell’Inter colpendo la traversa con un tiro potentissimo, che qualcosa non funzioni in fase difensiva è piuttosto palese. L’Inter inizia a pressare con più insistenza e non rinuncia a costruire dal basso, trovando buone trame grazie alla compattezza tra i reparti. Al 18′ Lautaro Martinez supera Szczesny su rigore guadagnatosi grazie al fallo di mano di de Ligt in marcatura. Impressionante la prima mezz’ora di Lautaro Martinez e Lukaku spalle alla porta, capaci di pressare, rubare palla, far salire la squadra e andare al tiro. Al 34′ primo cambio forzato per Conte: fuori Sensi, dentro Vecino. L’uruguayano agisce da mezzala destra facendo scivolare Barella sul centro-sinistra. Da segnalare al 41′ il gol annullato a Cristiano Ronaldo per fuorigioco di Dybala nel momento della sponda. L’Inter soffre tantissimo le giocate della Juventus per aggressività, fisicità e qualità, praticamente impossibile mantenere il possesso palla in maniera prolungata e impostare l’azione con calma. Il primo tempo termina 1-1: equilibrio nel risultato ma non nei singoli, i collettivi si equivalgono tra pregi e difetti.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza cambi, ma vista la difficoltà osservata nel finire di primo tempo, Conte inverte le mezzali riportando Barella sul centro-destra. A fare la partita è sempre la Juventus. Al 54′ secondo cambio forzato per l’Inter: fuori Godin, dentro Bastoni. L’italiano agisce da terzo mancino, Skriniar si sposta sul centro-destra. L’azione dell’Inter è più macchinosa del solito e parte sempre dai piedi di Handanovic, che viene servito dai suoi centrali per cercare di evitare il lancio lungo, usato comunque troppe volte e male. Al 78′ terzo e ultimo cambio per l’Inter: fuori Lautaro Martinez, dentro Politano. L’italiano gioca a supporto di Lukaku partendo da destra (come da immagine sotto allegata, ndr). Neanche il tempo di cambiare e Higuain in diagonale supera Handanovic sbucando tra Bastoni e Asamoah. Squadre lunghe e stanche, nell’assedio finale dell’Inter alla ricerca del pareggio si prova a sfruttare l’azione di confusione, ma concentrazione e precisione non rientrano nel bagaglio interista della serata. La situazione non cambia. Il secondo tempo termina 1-2: sconfitta giusta, ma non drammatica.

Inter-Juventus Formazione Finale
Inter-Juventus Formazione Finale

PROTAGONISTA – L’uomo più atteso non era un calciatore e di fatto è stata la sua partita, nel bene e nel male: Conte. L’allenatore dell’Inter prepara la partita per non perdere e il fatto che la perda con le sue idee rappresenta la nota negativa della serata. C’è però anche una nota positiva: sembra che l’Inter se la giochi alla pari con la Juventus nonostante di “pari” non ci sia nulla, visto il livello assolutamente diverso degli effettivi in campo. Tradotto: l’Inter perde di misura ma è già tanto che non sia stata presa a pallate da Cristiano Ronaldo e compagni, sicuramente i meriti di Conte vanno in questa direzione. Impotente.

COMMENTO – L’Inter inizia la partita da capolista a +2 e la finisce da seconda a -1. L’unico riassunto oggettivo di Inter-Juventus è questo, il resto sono dettagli che vanno bene per indagare i motivi del primo KO stagionale nerazzurro in Italia. Il primo: la Juventus è nettamente superiore nei titolari. Il secondo: le riserve della Juventus valgono i titolari dell’Inter, anzi, alcuni sono anche più forti. Il terzo: gli scarti della Juventus (Dybala e Higuain per citare i marcatori) sono migliori degli acquisti dell’Inter (Sanchez assente ingiustificabile e Lukaku ingiustificato), delle stelle del Napoli, del talenti della Roma e così via fino a esprimere oggettivamente la situazione del dominio assoluto bianconero in Serie A. Detto questo, entra in gioco l’Inter di Conte. La prestazione è sporca, ma ci sono un paio di giocate ripetute che mettono in crisi la corazzata di Sarri. Innanzitutto, l’attacco di Conte è una difesa legalizzata nell’area di rigore juventina. Lukaku gioca una partita di sacrificio, fin troppo generosa, dimenticandosi di essere un attaccante: se da difensore aggiunto vale 10, lo 0 in pagella in area di rigore non può essere accettato a priori. Da qui bisogna ripartire per migliorare. Perché Lautaro Martinez gioca una partita sontuosa, solo che se non funziona alla perfezione il dialogo, sicuramente il monologo non è la soluzione. La difesa a tre balla, soprattutto ai lati. Il centrocampo muore con l’uscita di Sensi, Vecino dà solo l’estrema unzione. Forse un’osservazione, però, si può fare: Conte inizia con il solito 3-5-2 e, dovendo sostituire Sensi, decide di fare un cambio “scontato” ruolo per ruolo anziché modificare l’assetto tattico. Per intenderci, Vecino con Sensi non c’entra nulla dal punto di vista atletico, fisico, tecnico-tattico e via dicendo, eppure entra lui. Conte non ha sostituti in panchina, forse sarebbe stato più interessante modificare qualcosa (Asamoah mezzala facendo entrare Biraghi o Candreva, avendo in campo il jolly D’Ambrosio). Lo stesso copione si ripete nella ripresa, quando alza bandiera bianca Godin: Conte non modifica il 3-5-2, neppure per sbaglio. Entra Bastoni (ottimo, tranne in occasione dell’1-2) anziché un esterno (Candreva o Lazaro) arretrando D’Ambrosio. Perché la Juventus fa la partita, sì, ma è l’Inter che gliela fa fare. Alex Sandro, subito ammonito in maniera stupida, andava attaccato sia per tenerlo basso sia per cercare di metterlo in difficoltà essendo a rischio espulsione. Il fatto che Conte ancora non possa fidarsi di Lazaro e compagnia fa riflettere, chissà dopo la sosta se qualcosa cambierà… O forse c’è un’altra verità: Conte ha preparato la partita per non perderla, accontentandosi del pareggio e magari provandola a vincere solo nel finale con il terzo cambio (Politano…). Con il Barcellona, invece, non è stato così e non per merito del gol-lampo (Candreva titolare al posto di D’Ambrosio è un segnale). Stavolta Conte ha deciso così e c’è da capirlo, non cambia idea né modulo a partita in corso perché sa quanto può essere rischioso psicologicamente e mediaticamente rischiare l’imbarcata contro la sua ex Juventus non potendo affrontarla ad armi pari, conscio dell’inferiorità dell’Inter. Quindi non può approcciare con l’arroganza di chi vuole vincere a tutti i costi. E finisce con il gol di Higuain… Resta la prova sporca, non da buttare, contro una squadra troppo superiore. La vetta per ora è andata, però non è il caso di fare drammi: l’Inter di Conte c’è, deve solo lavorare (tanto, troppo).

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