Analisi tatticaPrimo Piano

Inter-Genoa: Gagliardini trasformato, Lukaku fa il resto. Conte strategico

L’ultima dell’anno regala solo buone notizie all’Inter. A San Siro contro il Genoa il 4-0 è netto. La doppietta di Lukaku apre e chiude una partita senza storia in cui c’è gioia anche per Gagliardini ed Esposito, che su rigore segna il suo primo gol da professionista. Conte stupisce tutti nella preparazione della partita con scelte inaspettate e la lettura vien da sé. Positivi anche alcuni recuperi dall’infermeria. Ecco l’analisi tattica di Inter-Genoa

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare il Genoa: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Candreva, Vecino, Borja Valero, Gagliardini, Biraghi; Lukaku, Esposito.

Inter-Genoa Formazione Ufficiale
Inter-Genoa Formazione Iniziale

MODULO – L’ultima Inter dell’anno solare è molto lontana dalla formazione-tipo. Eppure non cambia il sistema di gioco, sempre basato sul 3-5-2 con esterni a tutta fascia chiamati agli straordinari. Cambia però il regista, vista la squalifica di Brozovic: si rivede Borja Valero nel suo ruolo tradizionale. Anche la spalla di Lukaku è diversa, dal momento che Esposito debutta dal 1′.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – Giro palla senza accelerazioni per l’Inter, che è molto compatta e cerca di allargare la manovra per arrivare in area. Difesa molto alta grazie a Bastoni propositivo nell’avanzare con o senza palla. Centrocampo aggressivo nel pressing. Attacco sempre fuori area per accorciare ulteriormente i reparti senza dare punti di riferimento. Al 31′ Lukaku di testa gira nell’angolino un cross al bacio di Candreva dalla destra. Neanche il tempo di ridisporsi in campo e al 33′ Gagliardini raddoppia con un destro vincente su assist di Lukaku, che protegge palla e fa una sponda che vale mezzo gol. L’Inter realizza che il lato buono per attaccare è quello destro, “abbandona” così Biraghi per lanciare ripetutamente Candreva a campo aperto. La manovra migliora notevolmente. Il primo tempo termina 2-0: uno-due rapidissimo, doppio vantaggio meritato.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza modifiche. In realtà, però, una differenza balza subito all’occhio: Lukaku ed Esposito si scambiano continuamente la posizione nel portare pressing e liberarsi. Esposito si allarga sulla destra con Lukaku più “concentrato” nel lavoro sul centro-sinistra, in maniera praticamente fissa. I ritmi calano per colpa del Genoa e l’Inter riesce a fare la partita senza sprecare energie. La partita cambia definitivamente dopo un’ora di gioco: Gagliardini viene atterrato in area, Lukaku lascia il pallone a Esposito, che al 64′ segna su rigore il suo primo gol in Serie A. La partita di fatto finisce qui. Al 70′ Lukaku sfonda la rete mettendo sotto l’incrocio una palla d’oro proprio quando torna ad agire sulla destra. Il primo cambio dell’Inter arriva al 72′: fuori Gagliardini, dentro Sensi. Il numero 12 torna in campo e lo fa da mezzala sinistra. Al 75′ secondo cambio per Conte: fuori Candreva, dentro Lazaro. Staffetta obbligata sulla fascia destra, dove il numero 87 ha speso moltissime energie. Infine al 78′ si concretizza il terzo e ultimo cambio per l’Inter: fuori Biraghi, dentro Dimarco. Altra staffetta sulla corsia laterale, in questo caso sinistra (come da immagine sotto allegata, ndr). Qualche giocata superficiale dai nuovi entrati (Lazaro poco concentrato) e ancora impegno dai più in forma (Esposito e Lukaku non si risparmiano fino al triplice fischio), ma la partita non ha più nulla da dire. Il secondo tempo termina 4-0: l’Inter ne fa due per tempo, ma potevano essere anche di più.

Inter-Genoa Formazione Finale
Inter-Genoa Formazione Finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Sul tabellino Lukaku mette la firma due volte, ma in realtà è protagonista in tutti e quattro i gol, ma la sorpresa è un’altra: Gagliardini. Non è solo per il solito gol segnato al Genoa, ormai un cliché. E forse nemmeno per il rigore che si guadagna e permette di scrivere una storia (quella di Esposito, grazie a Lukaku). Il numero 5 torna in campo dopo l’infortunio, si piazza sul centro-sinistra per permettere a Borja Valero e Vecino di non doversi sacrificare in ruoli poco apprezzati, e spicca su tutti. Tanta qualità e quantità. Che fanno parte del sul bagaglio, ma facendone mancare la continuità. Prestazione matura la sua, da Inter. Da Conte. Trasformato.

COMMENTO – Fino alla pubblicazione della formazioni ufficiali, tutti si aspettava tutta un’altra Inter. Con Godin dietro. Agoumé in mezzo. E D’Ambrosio sulla fascia, magari con Lazaro. Invece Conte rispolvera Bastoni, Gagliardini, Candreva e non rinuncia a Biraghi. C’è Esposito a far coppia con Lukaku, ma nessuno dei due fa la prima punta. O forse la fanno entrambi, sta di fatto che la difesa del Genoa non ci capisce nulla né a quattro né a tre. La partita che prepara Conte tiene in considerazione solo le qualità di cui ha bisogno per avere la meglio sul Genoa. Serve la fisicità di Lukaku. La freschezza di Esposito. Gli strappi di Gagliardini. La corsa di Candreva. Le discese di Bastoni. E c’è tutto. Anzi, se qualcosa manca (Vecino?), quasi non si nota perché il resto del meccanismo gira alla perfezione. Conte dà un’ennesima lezione a chi lo racconta con troppa superficialità e casualità: nulla viene lasciato al caso e la parola “emergenza” sembra solo un ricordo. Fino a una settimana fa si è detto – giustamente – che Lukaku fa rendere Lautaro Martinez oltre le proprie possibilità. Senza l’argentino, il belga segna due gol, ne fa segnare altrettanti (assist e rigore “ceduto”) e altrettanti li sbaglia, incredibilmente. Fosse una macchina perfetta, andrebbe in doppia cifra ogni mese per quello che riesce a creare dalla trequarti in avanti.

Senza voler scomodare Icardi, forse è davvero il caso di dire che Lukaku fa rendere al meglio tutti i propri compagni. Con Gagliardini per oltre un’ora insieme hanno ricordato la coppia Ibrahimovic-Nocerino nell’ultimo Milan con il tricolore sul petto. E lo stesso Candreva si rende protagonista di una prestazione di livello, non la prima in questa stagione, dopo un biennio con quasi solo bassi e rari alti. Un altro Candreva, più laziale che interista. Ma ora basta con i paragoni. C’è da pensare solo all’Inter. All’Inter di Conte. Che chiude il 2019 in testa alla classifica a braccetto con la Juventus, nonostante lo scontro diretto perso. Un Natale ad alta quota. A 42 punti. Il tifoso interista si era disabituato a tutto ciò, il vento finalmente sta cambiando. Ma senza illudersi perché la strada ancora è lunga e non c’è solo il campo a dover parlare, ora: durante la sosta natalizia, testa soprattutto al mercato. Poi si potrà andare in casa del Napoli.

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