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Inter-Fiorentina: Inzaghi ha paura di cambiare e non cambiando sceglie di non vincere

Inter-Fiorentina è l’ennesima partita-fotocopia di questo 2022 nerazzurro. Come a Torino, l’Inter recupera lo svantaggio ma non ha la forza di ribaltare la situazione. Altri due punti persi per strada per Inzaghi, a cui sembra sfuggita la situazione dalle mani. Al centro della critica nuovamente la gestione dei cambi a partita in corso. Di seguito l’analisi tattica di Inter-Fiorentina

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Inzaghi per affrontare la Fiorentina in Serie A: Handanovic; D’Ambrosio, Skriniar, A. Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Vidal, Perisic; Dzeko, Lautaro Martinez.

Inter-Fiorentina formazione ufficiale
Inter-Fiorentina formazione ufficiale

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 40′ Lautaro Martinez è leggermente in fuorigioco sull’assist di Dumfries dalla destra, per questo il gol viene immediatamente annullato. Nella ripresa, al 50′ Torreira porta in vantaggio la Fiorentina, sfruttando l’assist dalla destra ma soprattutto la pessima marcatura di Barella dopo un’azione viola a difesa nerazzurra schierata (0-1). Poi, al 55′ lo splendido cross di Perisic da sinistra viene tramutato in gol di testa grazie all’ottimo inserimento di Dumfries (1-1). Infine, al 65′ il rigore assegnato all’Inter viene annullato attraverso il VAR, perché non è Lautaro Martinez a subire il fallo.

MODIFICHE – Nel secondo tempo, al 74′, sull’1-1, arriva il primo doppio cambio per Inzaghi: fuori Dzeko e Lautaro Martinez, dentro Sanchez e Correa. Cambia il tandem offensivo in attacco. All’80′ ecco il secondo doppio cambio nerazzurro: fuori Bastoni e Perisic, dentro Dimarco e Perisic. Altra staffetta sul lato sinistro tra difesa e centrocampo. Infine, al 90′ quinto e ultimo cambio per l’Inter: fuori Vidal, dentro Caicedo. L’ecuadoriano si posiziona al centro dell’attacco, supportato da Sanchez e Correa, in un tridente atipico e asimmetrico nel 3-4-2-1 finale (come da immagine sotto allegata, ndr).

Inter-Fiorentina formazione finale
Inter-Fiorentina formazione finale

Player Analysis: il singolo decisivo in Inter-Fiorentina visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Il punto casalingo contro la Fiorentina a questo punto della stagione va analizzato negativamente, pertanto il focus è su chi è mancato: Barella. Senza Brozovic in cabina di regia e con Calhanoglu relegato a sostituirlo davanti alla difesa, a centrocampo non può essere il solo Vidal a mantenere l’equilibrio e reggere l’intera squadra. L’apporto di Barella contro la Fiorentina è praticamente nullo. I nerazzurri insufficienti sono diversi, soprattutto in attacco, ma la bocciatura del numero 23 è la più pesante per le ambizioni dell’Inter (vedi pagelle di Inter-Fiorentina, ndr). Soprattutto perché è il principale colpevole nello 0-1 regalato a Torreira. Così non può proprio andare. Spento.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Inter-Fiorentina

COMMENTO – La partita appare impostata con il pilota automatico, una volta capìta la novità tattica. Calhanoglu fa compagnia ai tre centrali difensivi e gli esterni creano scompiglio per sopperire all’inconcludenza della coppia offensiva. Infatti, l’Inter trova con facilità la profondità alle spalle dei terzini viola ma non sfrutta al meglio i cross dal fondo e non sembra avere un piano B. La manovra per vie centrali non è all’altezza perché manca costantemente il raccordo tra centrocampo e attacco. Come già scritto, Vidal fa il suo ma Barella no. E se le due mezzali non tagliano in zona di rifinitura, all’Inter non resta che sperare nell’uno contro uno dei suoi quinti e quindi nei cross… per nessuno. Un canovaccio che non può durare. Le modifiche di Inzaghi arrivano solo a 15′ più recupero dalla fine e sono i soliti cambi ruolo per ruolo: cambiano – e di molto – le caratteristiche degli interpreti, non la filosofia di gioco. Una filosofia basata sulla riduzione dei rischi anziché sulla ricerca del gol-vittoria. Meglio un punto che zero? Sempre ma in Inter-Fiorentina ne servivano tre. E non è possibile guardare il bicchiere mezzo pieno dopo un pareggio simile. Anzi, la squadra nerazzurra si è persa nel suo bicchiere mezzo vuoto e non sa tornare a galla: quello dell’Inter non è un problema fisico ma di testa. E ora di intervenire.

OSSERVAZIONE – Pensare che l’Inter non possa giocare a calcio e quindi vincere senza Brozovic è offensivo, soprattutto per la squadra campione d’Italia in carica. E finalmente Inzaghi dimostra di voler voltare pagina dal 1′: la mossa Calhanoglu regista è solo l’inizio. Poi, però, manca il resto. Se l’idea è quella di insistere sul 3-5-2 senza modificare nessun titolare, eccezion fatta per gli infortunati, c’è da aspettarsi la stessa partita-fotocopia degli ultimi due mesi deludenti. Inzaghi ha tutte le carte per cambiare l’Inter ma è palese abbia paura di cambiarla. Sia dall’inizio sia a partita in corso. I primi due doppi cambi non spostano di una virgola le possibilità dell’Inter di vincere la partita. O meglio, se l’attacco con due prime punte Dzeko-Lautaro Martinez delude per un’ora e un quarto, perché mai la coppia di seconde punte Sanchez-Correa dovrebbe fare faville in un quarto d’ora? L’incapacità di vedere altre coppie oltre a quelle standard è un problema. Ed è anche peggio il fatto che Inzaghi non veda l’opzione tridente per questa Inter. Le possibili modifiche graduali (es. 3-4-1-2 con Sanchez a supporto delle due punte titolari; 3-4-2-1 con Correa al posto di Dzeko; 3-4-3 con Perisic avanzato al posto di Lautaro Martinez per fare spazio a Gosens) vengono ignorante. Nel recupero viene giocata la carta Caicedo, ma sembra quasi una barzelletta. Questa Inter senza anima né idee non può andare da nessuna parte. Altro che scudetto, occhio al quarto posto. E non deve essere una minaccia ma la realtà: a Torino contro la Juventus ci si gioca davvero tutto per un minimo di credibilità tricolore: bisogna azzardare e cambiare per provare a vincere senza avere la paura di perdere. Perché l’Inter finora ha già perso tutto quello che poteva perdere.

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