Inter-Fiorentina: Conte senza difesa a 3, la ribalta a 4 con i “veri titolari”
RESOCONTO PARTITA
PRIMO TEMPO – Inizio in salita per l’Inter. Al 3′ Eriksen perde palla a centrocampo e permette alla Fiorentina di ripartire in contropiede, il pasticcio difensivo tra Bastoni e Kolarov (scambio di posizione) fa il resto e Kouamé può segnare a porta vuota con Handanovic beffato dall’assist di Bonaventura. Primo quarto d’ora sottotono per l’Inter, che inizia a prendere le misure solo quando Eriksen si abbassa nel ruolo di regista per lanciare le due mezzali. La manovra è lenta, perlopiù sulla fascia destra. Funziona solo Lukaku spalle alla porta per far salire la squadra. Per un tempo l’Inter finge di giocare a sinistra ma riesce ad attaccare solo da destra. E infatti il centravanti belga spesso si sposta sulla sinistra per coinvolgere meglio tutte le componenti in campo. Poco filtro in mezzo al campo, movimenti rivedibili in difesa così come le conclusioni in area: non è serata. Fa impressione la staticità di tutti quelli che potrebbero ricevere palla in fase di attacco, al contrario di Bastoni che copre tutto il campo in orizzontale rendendo più complicata la gestione della linea a tre. E la fascia sinistra (la coppia Kolarov-Perisic “mediata” da Brozovic) non è accreditata. Nonostante qualche errore di troppo, al 47′ grande contropiede dell’Inter sull’asse Lukaku-Barella, ma è Lautaro Martinez a inventarsi il gol da fuori area per riportare la parità. Il primo tempo termina 1-1: brutta prestazione ma riacciuffata sul gong.
SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza modifiche di formazione e la speranza di una reazione dei singoli. Al 52′ Lautaro Martinez trova spazio e tempo per andare al tiro, deviato da Ceccherini in maniera decisiva per l’autogol del vantaggio nerazzurro. L’Inter torna a manovrare con più tranquillità ma al 57′ il contropiede di Ribery è devastante per D’Ambrosio, che lo lascia servire indisturbato Castrovilli, che si inserisce superando Handanovic sfruttando la marcatura tutt’altro che stretta di Brozovic. La mancanza di equilibrio caratterizza la prima ora di gioco dell’Inter, che ha difficoltà a fare gioco e a tenere a bada l’esuberanza viola. Al 63′ Chiesa taglia in due la difesa dell’Inter concretizzando lo splendido assist di Ribery dopo l’ennesimo svarione firmato da Handanovic e compagni. D’Ambrosio sbaglia all’inizio dell’azione, Kolarov alla fine e Perisic non riesce a rimediare. La fase difensiva della prima Inter di Conte è drammatica. Al 65′ primo doppio cambio per l’Inter: fuori Young ed Eriksen, dentro Hakimi e Sensi. Staffette nei ruoli più importanti. Cambia il ritmo (bastava poco…), ma lo svantaggio non si recupero solo con la corsa senza concretezza. Al 74′ secondo doppio cambio per Conte: fuori Barella e Brozovic, dentro Vidal e Nainggolan. Cambia completamente la mediana, intercambiabile a copertura del trequartista. Ma l’esperimento dura poco, perché al 78′ arriva il quinto e ultimo cambio per l’Inter: fuori Perisic, dentro Sanchez. Il cileno agisce da trequartista nel 4-3-1-2 finale, in cui i terzini tornano a fare i terzini (come da immagine sotto allegata, ndr). Questa è la mossa decisiva, perché Sanchez alto fa arretrare Sensi sulla linea dei mediani, da dove può impostare meglio l’azione. Ed è esattamente quel tipo di qualità che serve quando aumenta la stanchezza. All’87’ Lukaku mette in porta l’assist di Hakimi, puntuale sulla destra sull’intuizione di Sanchez in verticale. E all’89’ tocca a D’Ambrosio segnare di testa sul cross di Sanchez dalla sinistra. Nei minuti finali non cambia il risultato. Il secondo tempo termina 4-3: buona la prima per l’Inter, almeno per i tre punti guadagnati.
Nella pagina successiva le considerazioni post-partita, con protagonista e commento.
