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Inter-Empoli: Inzaghi graziato, il turnover stile crash test dura solo un tempo

Inter-Empoli dura mezz’ora in più, necessaria per evitare l’eliminazione dopo il gol di Sanchez in apertura. Il 3-2 firmato da Sensi ai supplementari completa la rimonta iniziata da Ranocchia in pieno recupero. Inzaghi abbonda con il turnover ed è costretto a fare sei cambi per avere la meglio sull’ottimo Empoli visto a San Siro. Di seguito l’analisi tattica di Inter-Empoli

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza scelto da Inzaghi per affrontare l’Empoli in Coppa Italia : A. Radu; D’Ambrosio, A. Ranocchia, F. Dimarco; Dumfries, Vidal, Vecino, Gagliardini, Darmian; Lautaro Martinez, J. Correa.

Inter-Empoli formazione ufficiale
Inter-Empoli formazione ufficiale

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 13′ va in scena uno splendido uno-due tra Vidal e Dumfries, che dalla destra crossa in mezzo dove il neo entrato Sanchez svetta di testa per il vantaggio nerazzurro (1-0). Nella ripresa, al 61′ Bajrami trova l’angolino alla sinistra di Radu, che non si oppone con convinzione alla conclusione vincente che vale il pareggio degli ospiti (1-1). Poi al 74′ il VAR richiama l’arbitro al monitor per togliere il rigore assegnato per fallo di mano inesistente di Dumfries in area. Subito dopo, al 76′, Cutrone colpisce la traversa ma la palla sbatte sul tacco di Radu, che è protagonista di un grottesco autogol (1-2). Al 90+1′ la spettacolare girata di Ranocchia in area è vincente per il pareggio nerazzurro (2-2). E al 90+4′ viene annullato un gol a Sanchez per fuorigioco netto. Infine, nel primo tempo supplementare, al 104′ Sensi calcia in maniera potente e precisa, segnando il gol-qualificazione su assist di Sanchez (3-2).

MODIFICHE – Al 5′, sullo 0-0, primo cambio obbligato per Inzaghi: fuori Correa, dentro Sanchez. Il cileno si posiziona alla destra di Lautaro Martinez, che quindi cambia subito lato del campo. Al 65′, sull’1-1, triplo cambio per l’Inter: fuori Vecino, Vidal e Darmian, dentro Calhanoglu, Barella e Perisic. Il turco agisce da regista davanti alla difesa con Barella alla sua destra, invece Perisic opera da quinto sinistro. Al 76′, sull’1-2, arriva il quinto cambio nerazzurro: fuori Gagliardini, dentro Dzeko. Il bosniaco si piazza alla destra di Lautaro Martinez con Sanchez alle loro spalle, in un 3-4-1-2 disperato. Al 94′, sul 2-2, arriva anche il sesto cambio, quello extra previsto per i tempi supplementari: fuori Lautaro Martinez, dentro Sensi. L’italiano si posiziona nel ruolo di mezzala sinistra, facendo tornando l’Inter al 3-5-2 con Barella perno e Calhanoglu sul centro-destra (come da immagine sotto allegata, ndr).

Inter-Empoli formazione finale
Inter-Empoli formazione finale

Player Analysis: il singolo decisivo in Inter-Empoli visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Facile dire Sensi per il gol decisivo ma bisogna riavvolgere il nastro di almeno una giocata e soffermarsi sull’altro uomo-partita: Sanchez. Inizia dalla panchina ma è costretto a entrare a freddo, causa infortunio di Correa. Segna alla prima occasione, addirittura di testa, che non è certo il suo marchio di fabbrica. Raddoppia a 1′ dalla fine ma è in fuorigioco, non riuscendo a evitare i supplementari. Ma impiega meno di un quarto d’ora per regalare a Sensi il pallone che vale l’accesso ai quarti di finale. Alla fine gioca praticamente due ore no-stop, facendo più degli altri attaccanti messi insieme. Non riesce a essere perfetto, soprattutto nel gioco di coppia, ma cos’è la perfezione quando la primadonna risolve gran parte dei problemi? E comunque gioca da 7 pieno (vedi pagelle di Inter-Empoli). Carico.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Inter-Empoli

COMMENTO – La formazione scelta da Inzaghi è da brividi ma il primo tempo di Inter-Empoli gli dà ragione. Quasi in tutto. Il dominio nerazzurro non è mai in discussione, tanto che l’Empoli sembra essersi presentato a San Siro in modalità scampagnata. E le scelte iniziali di Andreazzoli lo fanno intuire. Nella ripresa l’Inter si perde, rientrando dagli spogliatoi senza grinta. E si perde completamente il centrocampo, che già non può brillare per ovvi motivi. Gagliardini e Vecino si intercambiano in maniera disordinata per la disabitudine dell’uruguayano a giocare sotto pressione nel ruolo atipico di perno centrale. E i danni si vedono. Arriva l’1-1, poi anche l’1-2. Giocarsi la carta della disperazione, schierando contemporaneamente le uniche tre punte a disposizione, è una mossa che potrebbe pagare solo in un film. In poco più di un quarto d’ora l’Inter torna a macinare gioco ma è Ranocchia, il peggiore in campo fino a quel momento, a segnare la rete da bomber. Il 2-2 sta sicuramente stretto all’Empoli, che ha il demerito di non averci creduto abbastanza dopo aver capito che l’Inter voleva farsi male gratuitamente. I quattro titolarissimi inseriti da Inzaghi dopo Sanchez dimostrano le lacune dalla panchina nerazzurra: le riserve possono anche essere tante a livello numerico ma qualitativamente non sono all’altezza dei primi. Questo dev’essere il punto di svolta stagionale nel mercato di gennaio.

OSSERVAZIONE – La questione si riassume brevemente, stavolta. A Inzaghi gira bene perché Ranocchia pesca il coniglio dal cilindro nei modi e nei tempi più impensabili. Altrimenti saremmo qui a parlare di una rimonta subita a San Siro che vale sconfitta ed eliminazione al debutto in Coppa Italia. Colpa di Inzaghi? Indirettamente. La squadra schierata in Inter-Empoli è un crash test che dura un tempo più per demeriti degli ospiti che per meriti propri. L’infortunio di Correa è l’anticipazione di ciò che potrebbe succedere prendendo sottogamba un impegno simile. L’Inter gioca mezz’ora più del dovuto perché non riesce a chiudere una partita che sarebbe già chiusa dopo 13′. I “titolari” non reggono nemmeno un’ora. E quindi tocca ripetersi la domanda. Anzi, le domande: a che serve avere tante riserve fuori ritmo e con caratteristiche opposte ai titolari? E soprattutto, che senso ha schierarle tutte insieme anziché effettuare rotazioni con almeno un titolare di riferimento per reparto? Sarebbe toccato a uno tra de Vrij e Bastoni in difesa e Barella o Calhanoglu a centrocampo dare un senso al 3-5-2 inzaghiano versione rimaneggiata. Senza esperimenti, possibilmente. Ma l’importante è aver strappato il pass per i quarti di finali, anche grazie all’intuizione – questa sì, gran merito di Inzaghi! – Sensi prima di regalarlo a cuor leggero alla Sampdoria. L’Inter lotta ancora su tre fronti ma, tra infortuni (Correa) e squalifiche (Brozovic contro l’Empoli, Barella contro il Liverpool…) non ha una rosa in grado di arrivare indenne ai prossimi appuntamenti. E non vale la pena auto-distruggersi facendo mercato solo in uscita: Inzaghi ha bisogno di rinforzi, possibilmente un centrocampista (se esce Sensi, più di Vecino) e un centravanti (a prescindere da Correa). La stagione vincente si costruisce prima di febbraio.

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