Inter-Egnatia è l’ultima amichevole estiva della squadra di Inzaghi, la sesta in totale. Un’altra vittoria che serve solo al morale, dato che in vista del Monza sono molteplici i campanelli di allarme. Anche causa calciomercato… Di seguito l’analisi tattica dell’amichevole Inter-Egnatia
FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Simone Inzaghi per affrontare l’Egnatia in amichevole a Ferrara: 1 Sommer; 36 Darmian, 6 de Vrij, 95 A. Bastoni; 2 Dumfries, 23 Barella, 20 Calhanoglu, 22 Mkhitaryan, 32 F. Dimarco; 10 Lautaro Martinez ©, 9 M. Thuram.
HIGHLIGHTS – Appena disponibili, clicca qui per vedere il video con tutti i momenti salienti e i gol dell’ultima partita amichevole Inter-Egnatia, vinta 4-2 dalla squadra di Inzaghi in rimonta.
MODIFICHE – Nel secondo tempo, al 74′ e sul risultato di 1-2, prima girandola di cambi per Inzaghi: fuori Sommer, Darmian, Dumfries, Dimarco, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Thuram, dentro Audero, Bisseck, Cuadrado, Lazaro, Frattesi, Asllani, Sensi e Correa. Praticamente otto cambi ruolo per ruolo senza veri stravolgimenti tecnico-tattici. Infine, al’86′ e sul 3-2, l’Inter completa le rotazioni con gli ultimi tre cambi: fuori de Vrij, Bastoni e Lautaro Martinez, dentro Aleksandar Stankovic, Stabile e Sarr. Staffette finali con tre giovani speranze dell’Inter Under-19 in campo “guidati” da Sensi, diventato capitano dopo l’uscita dell’argentino.
PROTAGONISTA – Non è tanto per i due gol quanto per la carica: Lautaro Martinez. L’attaccante argentino fa il capitano in un momento molto complicato per gli equilibri in casa Inter. Troppe polemiche, troppi viavai, poca continuità e zero certezze. E a perdere non ci sta nemmeno in amichevole. Cerca il gol del pareggio, dopo la beffa dagli undici metri, e cerca – nel verso senso della parola – il rigore del vantaggio. Nel complesso non un bel vedere ma l’attenzione, in una partita non ufficiale e senza VAR, va posta solo sulla sua fame di vittoria. Ovvero la reazione di chi non accetta mai la sconfitta né il pareggio. Caratteristica da vero leader. Ciò che serve. Capitano.
COMMENTO – Un errore difensivo di Bastoni dà il via alla prima rete avversaria. Un lancio di Bastoni dà il via al primo pareggio nerazzurro. Il terzo sinistro dell’Inter meglio in fase offensiva che in quella difensiva. Suo l’assist per l’1-1 di Barella, che si “sostituisce” al solito Dumfries nella ricezione che prevede il taglio da sinistra a destra. Tralasciando il rigore “regalato” che vale l’1-2, a cui Lautaro Martinez rimedia con il colpo di testa a botta sicura sul bel cross di Lazaro da sinistra e con un rigore oggettivamente poco credibile, è la solita Inter. Costruisce tanto e sbaglia troppo. Tutto sotto porta. Paga malamente ogni minimo errore difensivo e non riesce a dare continuità alle sue giocate. La squadra che inizia la partita è la stessa che affronterà il Monza nell’esordio stagionale in Serie A. Salvo sorprese e altri problemi, ovviamente. Quella che chiude la partita è un esperimento sociale figlio della disperazione. E lo dimostra il 4-2 firmato dal giovanissimo Stabile su assist di Correa al termine di un’azione personale. Come a voler dire: il 13 agosto a Ferrara, contro una squadra albanese che sognava la Champions League, può succedere anche questo. Inzaghi adesso deve iniziare a ragionare solo sul concreto e porre al più presto rimedio ai problemi evidenziati dall’undici iniziale: non è più accettabile non vedere la porta così e sprecare qualsiasi occasione in zona gol. Questo “difetto” condiziona l’Inter inzaghiana fin dalla prima stagione e contro il Monza un passo falso sarebbe “allarmante” in chiave Serie A…
OSSERVAZIONE – L’Inter segna ben quattro gol ma ne subisce addirittura due. E senza i due rigori discutibili si starebbe parlando di un normalissimo 3-1. Normalissimo se non si fosse palesato il solito problema: che sia un nuovo acquisto o un nerazzurro di vecchia data, la freddezza sotto porta non è il forte di questa squadra. Meno della metà dei tiri finiscono nello specchio della porta avversaria. E meno della metà di questi impensierisce il portiere avversario. Quelli che finiscono in rete sono – ancora – la metà della metà. Cambia poco se a sbagliare è la novità Thuram, dato che né Dzeko né Lukaku tenevano alta la media nella passata stagione. Inter-Egnatia è solo calcio estivo, vero, ma è giusto evidenziare questo canovaccio. Troppe sbandate difensive, poco affiatamento in mezzo al campo e solito mistero offensivo. Eppure i movimenti di Thuram, più da seconda punta che da centravanti (ovviamente), fanno ben sperare. Non la cattiveria in area piccola, tutt’altro. Idem gli inserimenti puntuali di Barella, meno le sue giocate superficali. Bastoni croce e delizia dietro, Calhanoglu davanti alla difesa solo croce. Per ora. C’è tanto, tantissimo da lavorare. E bisogna farlo senza aspettarsi grossi regali dal calciomercato: il “caso” Samardzic non fa bene all’ambiente ma nemmeno Arnautovic, dopo Carlos Augusto, può essere spacciato come “colpo” a Ferragosto. La nuova Inter di Inzaghi è nuova sola nei (troppissimi) nomi ma senza reali miglioramenti possibili in queste condizioni.
Clicca qui per leggere anche l’analisi tattica sulle partite precedenti, a partire da Salisburgo-Inter (3-4).
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