Analisi tattica

Inter-Cagliari: Conte cambia 3 moduli per vincerla ma (forse) bastava Hakimi

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Inter-Cagliari è un’altra pietra messa sul mosaico tricolore, che ora dista aritmeticamente 13 punti (su 24 a disposizione). Basta il gol di Darmian su assist di Hakimi, il cui ingresso in campo è la mossa decisiva di Conte nella ripresa. L’1-0 di San Siro mette in mostra una bella Inter contro una squadra arrivata a Milano per difendersi e anche per questo i tre punti valgono più del previsto, perché quasi insperati. Ecco l’analisi tattica di Inter-Cagliari

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare il Cagliari in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Darmian, Eriksen, Brozovic, Sensi, Young; Lukaku, Sanchez.

MODULO – L’Inter ripropone il 3-5-2 con Sensi mezzala sinistra, tornando improvvisamente al 2019, anche se in realtà cambia tutto. A fare il “Barella” c’è Eriksen coadiuvato da Darmian.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – La prima notizia è che Eriksen parte dal centro-destra, completando la duttile trasformazione tattica contiana (nelle ultime uscite ha giocato sul centro-sinistra e in mezzo davanti alla difesa, ndr). Come prevedibile, è l’Inter a fare la partita, giocando alta e palla al piede. L’alto tasso tecnico in mezzo al campo appare subito tanto nei pro quanto nei contro: i registi in campo si pestano i piedi in un paio di occasioni, andando sugli stessi palloni in zolle del campo diverse. Le consegne tattiche e la gestione degli spazi migliorano alla distanza, quando si inizia a gestire più intelligentemente il possesso palla. Al 17′ giustamente annullato il gol di Sanchez per fuorigioco, ma è ottima la manovra nerazzurra che si sviluppa principalmente da destra. I centrocampisti nerazzurri si muovono molto, cambiando posizione per portare palla e pressing all’occorrenza. Alti anche gli esterni. Solo Inter in campo ma manca qualcosa a livello di ritmo contro un Cagliari che si difende in dieci. Il portiere Vicario è il migliore in campo. Il primo tempo termina 0-0: ottima Inter ma manca lo spunto decisivo per andare in vantaggio.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza sostituzioni ma con una modifica importante: Eriksen si sposta definitivamente sul centro-sinistra, l’Inter si ripresenta con il 3-4-2-1 in cui Sensi e Sanchez agiscono da trequartisti. Esterni altissimi, anche più di prima. La manovra parte dal basso ma per vie centrali, con l’abbassamento di Eriksen in luogo di de Vrij, che permette a Bastoni di allargarsi e contestualmente a Young di stringersi dentro il campo. Al 69′ traversa di de Vrij di testa sugli sviluppi di un corner. Al 70′ primo doppio cambio per l’Inter: fuori Young e Sanchez, dentro Hakimi e Lautaro Martinez. Il marocchino si posiziona a destra facendo spostare Darmian a sinistra, staffetta in attacco. E al 77′ Darmian segna entrando praticamente in porta proprio su assist di Hakimi dalla destra, da quinto a quinto. Costruzione perfetta iniziata da sinistra e finalizzata a sinistra, dopo il cambio di lato per la discesa di Hakimi a destra. All’81’ secondo doppio cambio per Conte: fuori Eriksen e Sensi, dentro Gagliardini e Vecino. Si torna al 3-5-2 classico schierando forze fresche ai lati di Brozovic. In realtà all’inizio regna un po’ di disordine a tal punto da confondere il perno di centrocampo e le mezzali. All’84’ quinto e ultimo cambio per Conte: fuori Darmian, dentro D’Ambrosio. Staffetta sulla fascia sinistra ma baricentro talmente basso che quello dell’Inter è il tipico 5-3-2 finale (come da immagine sotto allegata, ndr) per difendere il risultato con le unghie e con i denti. Nell’assedio finale del Cagliari, che attacca solo dopo lo svantaggio, si segnalano la concentrazione di Handanovic e lo spirito battagliero di Lautaro Martinez senza palla. Il secondo tempo termina 1-0: tornare a +11 quando sembrava ormai scontato restare a +9 causa 0-0 è un segnale importantissimo.

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Così come all’andata, a fare scuola è il giocatore più talentuoso in campo: Eriksen. Non è solo questione di estetica. Quella del centrocampista danese è una prestazione sontuosa nella doppia fase di gioco. In fase di non possesso è puntuale nel portare pressing, aggredendo gli avversari anziché nascondersi e passeggiare come farebbe qualsiasi altro numero 10 arretrato davanti alla difesa. Ma è in fase di possesso che fa vedere le cose migliori, costruendo la manovra e all’occorrenza finalizzandola pure, se non fosse per l’ottimo Vicario. Il cambio modulo è possibile grazie alla sua disponibilità al sacrificio, perché di fatti agisce da mediano di qualità in coppia con Brozovic. E c’è anche il suo zampino nell’azione del gol. Classe e intelligenza superiori nei tocchi e nella visione di gioco. Sublime.

COMMENTO – Conte fa esattamente il contrario di ciò che ci si poteva aspettare e Semplici, a sua volta, si trova ad affrontare un’Inter inattesa con un Cagliari fin troppo operaio. Risultato? Lo 0-0 non sembra possibile da smuovere. Finché non arriva il cambio decisivo. Basta inserire il treno Hakimi a destra per creare superiorità numerica su entrambe le fasce e sbloccare il risultato. Il riassunto di Inter-Cagliari può essere questo, senza andare a dettagliare le statistiche sul possesso palla (oggi interessa?) e sulle occasioni da gol create. Il gol di Darmian nasce dal collettivo ma è il singolo – in questo caso Hakimi – a fare la differenza. Per caratteristiche atletico-fisiche e tecnico-tattiche, l’esterno marocchino era ed è l’unico a poter dare un vantaggio all’Inter sulle fasce, vista la difesa a 5, forse anche a 8, del Cagliari. Sempre attenta a raddoppiare le marcature. Per portare a casa altri tre punti Conte deve toccare più volte il suo sistema di gioco: dal 3-5-2 al 3-4-2-1 fino al 5-3-2, che serve solo a soffrire nel finale blindando il vantaggio. Ma forse bastava semplicemente inserire (un po’ prima?) Hakimi largo a destra. Avrebbe fatto la differenza sia nel 3-5-2 sia nel 3-4-2-1, perché l’Inter vista a San Siro non ha punti deboli. L’unico punto debole è non aver sfruttato dal 1′ lo sprint del numero 2 scuola Real Madrid. Ma ci sta, soprattutto dopo le ultime prestazioni sottotono. E la freschezza a fine partita ha fatto la differenza. Per il resto, tra la solidità difensiva e il sacrificio offensivo, passando per la qualità nella manovra in mezzo al campo, si vede un’Inter veramente di altissimo livello. E senza Barella né Perisic! Un buon segnale in vista della trasferta di Napoli. Ma la notizia più importante è l’aggiornamento in Serie A: +11 (forse 12) a 8 partite dalla fine, praticamente mancano 13 punti (forse 12) su 24 a disposizione per porre fine a questo campionato. Lo Scudetto forse non è più vicino ma è bene che chi insegue sia di nuovo più lontano rispetto a ieri.

Pubblicato da
Andrea Turano

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