Analisi tatticaPrimo Piano

Inter-Bologna: Conte non legge ciò che succede sull’1-0, crollo psico-fisico

L’Inter butta all’aria tre punti e forse pure il secondo posto. La possibilità di andare a -1 dalla Lazio svanisce nella ripresa, quando il vantaggio di Lukaku viene annullato in contropiede dai rossoblù. Lautaro Martinez sbaglia il rigore del 2-0, Bastoni si fa espellere sull’1-1. Conte sbaglia tutto ciò che può sbagliare nella lettura della gara. Ecco l’analisi tattica di Inter-Bologna

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare il Bologna: Handanovic; D’Ambrosio, de Vrij, Bastoni; Candreva, Gagliardini, Brozovic, Young; Eriksen; Lukaku, Lautaro Martinez.

Inter-Bologna Formazione ufficiale
Inter-Bologna Formazione ufficiale

MODULO – Conte non modifica il 3-4-1-2 e rilancia Eriksen sulla trequarti, ma la vera novità è davanti alla difesa. In cabina di regia torna Brozovic, che si piazza sul centro-sinistra facendo cambiare lato a Gagliardini, tornato sul “suo” centro-destra. Sulle fasce la coppia titolare.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – A inizio gara la posizione dei centrocampisti non segue particolari schemi fissi, dato che spesso Brozovic porta pressing sulla trequarti ed Eriksen arretra per costruire dal basso. Questo dinamismo permette all’Inter di costruire trame interessanti per vie centrali, scaricando perlopiù su Young. Tutto il terzetto offensivo gioca di sponda spalle alla porta, aprendo varchi in verticale. Proprio in questo modo al 13′ arriva il gol di Lukaku, annullato per un tocco di mano fortuito. Come facilmente attendibile, è l’Inter che fa la partita, cercando di alzare il baricentro per schiacciare il Bologna, rischiando qualcosa anche per questo. Al 22′ Lautaro Martinez di testa su cross di Young dalla sinistra colpisce il palo, su cui si fionda Lukaku per ribadire in gol. Il vantaggio non fa cambiare ritmo alla partita, che avanza con errori alterni. Anzi, semmai cala la lucidità nella giocata e per vie centrali si diventa un po’ prevedibili, anche perché Eriksen s’intimidisce. Il primo tempo termina 1-0: vantaggio meritato ma poca convinzione.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza novità e con lo stesso piglio, ma è il Bologna a mostrare più grinta. Al 53′ Handanovic si salva sul palo di Barrow dalla distanza. Esclusi Bastoni e Gagliardini, l’Inter appare sulle gambe, soprattutto a centrocampo dove non gira più. Eriksen, già calato dopo il vantaggio del primo tempo, scompare dal gioco ed è quasi costretto a fare la mezzala in un 3-5-2 poco compatto. Dal 57′ Bologna in inferiorità numerica per l’espulsione di Soriano. La partita può chiudersi dopo un’ora: al 61′ Candreva atterrato in area, ma al 62′ Lautaro Martinez dal dischetto si fa ipnotizzare da Skorupski e conclude centralmente. Senza più idee sulla trequarti, è più un 3-5-2 che 3-4-1-2, anche se disordinato. L’Inter soffre le imbucate del Bologna, rigenerato dopo i cambi. Al 74′ arriva il gol di Juwara, che dal limite dell’area buca un impreciso Handanovic dopo la grottesca svirgolata di Gagliardini. Al 75′ primo cambio per l’Inter: fuori Eriksen dentro Sanchez. Il cileno agisce da vertice alto per legare i reparti, ma al 77′ viene espulso Bastoni per doppio giallo. Anche l’Inter in dieci: Young arretra in difesa e Brozovic si sacrifica sul centro-sinistra in una sorta di 3-3-1-2. Assetto tattico che non può reggere, infatti all’80’ Barrow completa il contropiede del Bologna infilando Handanovic tra le gambe, ma è gravissimo l’errore di Sanchez che perde palla a centrocampo. Crollo psicologico, quello fisico è già in atto da mezz’ora. All’85 primo doppio cambio per Conte: fuori Young e Lautaro Martinez, dentro Biraghi ed Esposito. Forze fresche per un disordinatissimo 2-4-1-2 finale. Non basta, così all’87’ arriva l’ultimo doppio cambio per l’Inter: fuori Gagliardini e Brozovic, dentro Vecino e Borja Valero. Pur essendo un arrembaggio in cui non si distinguono i ruoli di partenza (come da immagine sotto allegata, ndr), dato che Vecino gioca praticamente da centravanti aggiunto e in difesa de Vrij è più alto di Biraghi a centrocampo, l’Inter non riesce a recuperare lo svantaggio. Il secondo tempo termina 1-2: finale drammatico, che spreco.

Inter-Bologna Formazione finale
Inter-Bologna Formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Se stai vincendo 1-0 con tutti i favori della situazione e al triplice fischio finale ti trovi sotto 1-2 senza punti da portare a casa, le colpe principali non possono non essere di chi siede in panchina: Conte. Il tecnico nerazzurro mette in campo quella che reputa la formazione migliore, priva anche dell’infortunato Barella, e non ha torto. Il vantaggio è meritato e il gioco fatto dalle due punte spalle alla porta è a tratti spettacolare. Non manca la spinta sulle fasce, non si soffre praticamente mai se non in un contropiede. Poi arriva il momento di cambiare assetto e uomini per evitare capovolgimenti che possano favorire la freschezza di un Bologna senza scrupoli. Il tridente di Mihajlovic può fare ciò che vuole in contropiede, l’Inter di Conte non ne ha più. Dalla panchina non si alza nessuno e, quando lo fa (Sanchez), è troppo tardi. Una serie di sfortunati eventi (leggi “errori individuali”) porta il Bologna meritatamente sull’1-2, allora va in scena il caos tattico. La difesa a tre, dieci contro dieci, non esiste più e diventa a due (o quattro, se gli esterni dovessero difendere… ma serve il gol). E non serve a nulla. La partita è stata persa prima, molto prima. Conte sull’1-0 sbaglia la lettura della partita nella ripresa, dopo averla preparata benissimo. Distratto.

COMMENTO – L’Inter si presenta a San Siro con un solo risultato, di nuovo. E va tutto bene finché non rimane in undici contro dieci. A favore! La situazione è paradossale. Sei in vantaggio di un gol, di un uomo e di un rigore da segnare per chiudere la partita per ottenere i tre punti. Invece finisci in svantaggio di due gol, di due uomini (uno espulso e l’altro ammonito da diffidato) e senza punti da aggiungere alla classifica. Perché ammesso che il rigore si possa sbagliare (Lautaro Martinez lo calcia malissimo, come al solito) ed è già un errore di partenza non avere un rigorista fisso, non è accettabile vedere quella reazione in superiorità numerica. Succede sempre la stessa cosa. A Gagliardini (uno a caso) basta sbagliare una giocata per perdere tutta la tranquillità, dopo una prima ora di gioco quasi perfetta nelle due fasi, soprattutto dietro. Lo stesso blackout colpisce Bastoni. E non vale la pena citare Lautaro Martinez, che gioca bene proprio finché non sbaglia il rigore. Riepilogo di cosa comporta l’espulsione di Soriano: l’Inter pensa di aver già vinto la partita, invece la perde. La prestazione non è più commentabile, allora escono fuori tutti i problemi. Diventa un problema la presenza di Eriksen, avulso dal gioco. E diventa un problema maggiore la presenza di Sanchez, che prende il posto del danese e sbaglia tutto quello che può sbagliare, in attacco e difesa (suo l’errore che porta all’1-2 sia il mancato 2-2). Proprio come Conte. L’Inter non sa leggere ciò che succede in campo né stando dentro né fuori. Conte non ha idee su come cambiare inerzia alla partita e c’è una squadra senza idee in campo. Quello che succede è una normale conseguenza di una rosa impreparata a gestire la pressione. Troppo emotiva, forse. Sicuramente esageratamente superficiale. Gli errori individuali (troppi) diventano collettivi, pertanto non si può salvare nemmeno Conte. Stavolta gli alibi sono zero. Bravo il Bologna, che sfrutta tutti i difetti nerazzurri. La Lazio ringrazia, l’Atalanta pure: l’Inter di Conte resta nel limbo di un campionato ormai privo di obiettivi, se non salvare il salvabile prima di dedicarsi all’Europa League di agosto.

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