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Fiorentina-Inter: Conte, il bello dalla panchina. Dal 94′ l’assetto migliore

Fiorentina-Inter è più di un allenamento prima del Derby d’Italia contro la Juventus. Gli ottavi di Coppa Italia si allungano fino ai supplementari, non una buona notizia per Conte. Ma il turnover e le scelte fatte durante la partita attutiscono eventuali problemi. L’ingresso dei titolari, ri-adattando Eriksen, è vincente. Ecco l’analisi tattica di Fiorentina-Inter

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare la Fiorentina in Coppa Italia: Handanovic; Skriniar, Ranocchia, Kolarov; Young, Vidal, Eriksen, Gagliardini, Perisic; Sanchez, Lautaro Martinez.

Fiorentina-Inter formazione iniziale
Fiorentina-Inter formazione iniziale

MODULO – Il 3-5-2 dell’Inter “B” versione Coppa Italia ha un altro motore. Eriksen vertice basso di centrocampo, accerchiato da compagni che dovrebbero correre anche per facilitargli i compiti. Kolarov dietro e Sanchez davanti fungono da riferimenti per la manovra a tutto campo.

RESOCONTO PARTITA

TEMPI REGOLAMENTARI – La novità Eriksen in regia ci mette un po’ per carburare, ma quando l’Inter in pochi tocchi va in verticale arriva facilmente in porta. Il solito movimento di Sanchez a fare da collante tra centrocampo e attacco non sempre viene capito dai compagni, soprattutto quando la velocità di pensiero non va di pari passo con quella del corpo. I lanci lunghi dominano la scena. Al 40′ Vidal segna su rigore il suo primo gol nerazzurro calciando basso centralmente. Il primo tempo termina 0-1: basta il rigore di Vidal. La ripresa si apre senza modifiche e va tutto bene finché Prandelli non cambia gli interpreti offensivi. Al 57′ un’azione confusa in difesa libera Kouamé dalla distanza, Handanovic immobile sulla conclusione vincente dal limite. In questo caso le colpe principali ricadono su chi ha permesso il tiro indisturbato. Al 61′ primo cambio per l’Inter: fuori Skriniar, dentro de Vrij. L’olandese si posiziona sul centro-destra, ruolo atipico in cui lo “costringe” nuovamente Ranocchia centrale. Conte capisce che è meglio non rischiare di restare in dieci per l’espulsione dello slovacco, puntato dai viola in quanto già ammonito. Al 69′ doppio cambio per Conte: fuori Young e Lautaro Martinez, dentro Hakimi e Lukaku. Staffette tra titolari, ma cambiando del tutto la tipologia degli interpreti. Finalmente, dopo una partita anonima sulle fasce, l’Inter può attaccare in maniera pericolosa sulla destra. All’81’ quarto cambio per l’Inter: fuori Gagliardini, dentro Barella. Meno fisicità e più dinamismo nella zona di campo più “pericolosa”, quella tra Eriksen e Hakimi. La freschezza sul lato destro modifica completamente la manovra nerazzurra, che non ha più motivi per allargarsi a sinistra. Il secondo tempo termina 1-1: la disattenzione su Kouamé viene pagata cara.

TEMPI SUPPLEMENTARI – L’ultima mezz’ora di gioco garantisce un ultimissimo cambio per Conte, che lo mette a punto al 94′: fuori Vidal, dentro Brozovic. Il croato si posiziona in cabina di regia facendo scalare Eriksen nel ruolo di mezzala sinistra (come da immagine sotto allegata, ndr). A cambiare non è l’ordine o la pulizia della giocata, bensì la disponibilità per i compagni. Il danese ha ancora corsa e qualità da prestare alla partita nel “nuovo” ruolo, a differenza del cileno che non ne ha più. E all’occorrenza ruota, insieme agli altri due mediani, in tutti i ruoli. L’Inter continua ad attaccare, prediligendo la corsia destra, ma anche quando riesce ad andare sul fondo sulla sinistra a mancare è solo ed esclusivamente la precisione sotto porta. Il primo tempo supplementare termina 1-1: il miglioramento della manovra non basta, gli errori sotto porta aumentano. Dopo aver dominato la parte finale, la partita viene sbloccata solo al 119′, quando Lukaku segna di testa su cross di Barella dalla destra. Il secondo tempo supplementare termina 1-2: l’assedio finale va in porto solo all’ultima occasione, firmata dal solito Lukaku.

Fiorentina-Inter formazione finale
Fiorentina-Inter formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Un’altra prestazione a velocità superiore rispetto a compagni e avversari, pur limitata alla parte finale: Hakimi. Entra per giocare gli ultimi 21′ e si ritrova in campo per quasi un’ora, causa supplementari. Corre per attaccare, corre per difendere. Un esterno imprendibile. Sbaglia ancora troppo rispetto a quello che potrebbe fare, ma è normale per un classe ’98. Altrimenti sarebbe già in doppia cifra di gol e assist. Conte lo sta migliorando, i compagni più esperti anche. E i risultati si vedono. L’arma vincente del 3-5-2 contiano è a destra, ormai lo sanno tutti. Anche se il gol arriva sull’asse Barella-Lukaku, by-passando Hakimi sul fondo. Impressionante.

COMMENTO – Tra la preparazione della partita, la sua evoluzione e la lettura conseguente ci sono ben più dei 128′ di gioco conteggiati dal cronometro. Basti pensare che Conte la prepara con Sensi (fermatosi nel riscaldamento) titolare, si adatta riproponendo Vidal al suo posto e la porta a termine con cambi finalmente convincenti. Facile quando la panchina è più forte della formazione titolare, ovvio. Il turnover di coppa per una volta premia l’Inter dall’inizio alla fine. Conte fa rifiatare i titolarissimi che ne hanno più bisogno e li mette in campo nella parte finale, nonostante ci si debba protrarre fino ai supplementari. Quando Conte inserisce de Vrij dietro, Barella in mezzo, Hakimi sulla destra e Lukaku davanti, la musica cambia. L’ultimo cambio, poi, viene giocato benissimo. Ci sarebbero tutti i presupposti per smontare e rimontare l’Inter, ma Conte si “limita” a modificare in corsa la soluzione tattica di partenza. Al 94′ inserisce Brozovic in cabina di regia facendo scalare Eriksen da mezzala sinistra, posizione in cui si trova benissimo negli ultimi 20′. Magari si tratta solo di una casualità, magari Conte ci sta lavorando davvero. Sta di fatto che questa è la soluzione più interessante per l’Inter di oggi. L’assetto migliore con in campo quasi tutti i profili migliori. Se c’è Brozovic, Eriksen mezzala di qualità con Barella a fare anche quantità. Ma se Brozovic non c’è, giusto premiare il danese in regia. Perché piedi e visione di gioco non mancano. Semmai mancano i movimenti dei compagni da servire… Solo in questo modo Conte potrà trovare la quadratura tattica del cerchio Inter. Anche perché Eriksen è quello che macina più chilometri e si destreggia anche nel recupero-palla. Da migliorare nella gestione di alcuni momenti in cui non è possibile “addormentarsi”. In attesa del miglior Vidal, sbloccatosi dal dischetto ma non ancora al top della forma. La qualità premia sempre, in tutti i ruoli. Soprattutto a centrocampo. Andare avanti in Coppa Italia è il minimo, ora testa alla Serie A. L’appuntamento con la storia probabilmente non sarà domenica in casa contro la Juventus, ma è la partita da non sbagliare. A San Siro la panchina vista a Firenze sarà in campo già dal 1′, ma chi entrerà nella ripresa potrà rendersi altrettanto utile. Un calciatore come Eriksen merita ancora fiducia e compagni di pari livello: se giocherà – quanto e dove – importa relativamente, basta che sia un valore aggiunto anziché un oggetto misterioso. A mercato chiuso si potranno fare le ultimissime considerazioni.

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