Analisi tatticaPrimo Piano

Crotone-Inter: Conte fa un passo indietro e poi due avanti grazie al triplo cambio

L’Inter si schioda dal risultato utile minimo solo nel recupero ma lo 0-2 in casa del Crotone non spiega bene quanto visto in campo. Sul tabellino finiscono i nomi di Eriksen (neo entrato) e Hakimi (nel recupero). Conte si limita a fare un triplo cambio per risolvere gli evidenti problemi di concretezza della formazione titolare. Ecco l’analisi tattica di Crotone-Inter

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare il Crotone in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Sensi, Darmian; Lukaku, Lautaro Martinez.

Crotone-Inter la formazione ufficiale di Conte
Crotone-Inter la formazione ufficiale di Conte

MODULO – Conte ripropone il 3-5-2 tipico dell’Inter annata 2019, con Sensi mezzala di qualità. La novità rispetto alla passata stagione è sulle fasce, rinnovate con l’innesto di Hakimi e Darmian.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – Inter piuttosto schiacciata nella prima parte di gara, più per merito del Crotone propositivo che per demerito proprio. I ritmi sono blandissimi. Gli esterni si dilettano a fare i terzini (5-3-2 in fase di copertura) per non dare particolari spunti ai padroni di casa, che così faticano a trovare spazi in profondità. A centrocampo è Barella ad agire più alto, praticamente da trequartista insieme a Lautaro Martinez (3-4-2-1 in fase di spinta). Al 23′ palo di Lukaku che di testa salta più di tutti su corner battuto da Sensi. Il Crotone attacca esclusivamente da sinistra, costringendo così Hakimi a restare basso (finché non esce l’ottimo Reca). Sensi ci mette impegno ma non ha forza nelle gambe né per andare al tiro né per effettuare cross e passaggi. Nella seconda parte di tempo monologo dell’Inter, che alza nettamente il suo baricentro. Al 44′ il palo di Lautaro Martinez salva nuovamente Cordaz. Il primo tempo termina 0-0: sembra una partita-fotocopia dell’Inter di fine stagione, più brava a non subire che a sbloccare il risultato.

SECONDO TEMPO – Nessuna modifica nella ripresa per Conte, che si fida dei suoi undici iniziali nonostante manchi qualcosa alla manovra. Partita a senso unico contro un Crotone ridotto a difendersi a pieno organico ma con poche idee. Al 65′ triplo cambio per l’Inter: fuori Darmian, Sensi e Lautaro Martinez, dentro Perisic, Eriksen e Sanchez. Staffette prevedibili nei tre ruoli decisivi per cambiare marcia senza modificare l’assetto tattico (come da immagine sotto allegata, ndr). Al 69′ Eriksen colpisce da fuori area su sponda di Lukaku e supera Cordaz anche grazie alla deviazione di Magallan. Lo svantaggio deprime ulteriormente i padroni di casa, che vedono materializzarsi la Serie B sotto gli attacchi dell’Inter, che finalmente fa gioco con tutti i suoi uomini. All’83’ l’uno-due tra Lukaku e Perisic porta il centravanti belga a raddoppiare di piatto ma il VAR annulla per fuorigioco millimetrico del croato. Poi al 92′ Hakimi in diagonale chiude la partita in contropiede su assist di Barella, più tempestivo di Perisic nel lanciare in profondità il compagno lanciato verso la porta. Il secondo tempo termina 0-2: risultato più tondo delle ultime uscite ma fosse stato 0-5 ci sarebbe stato poco da dire, pur senza strafare.

Crotone-Inter la formazione finale
Crotone-Inter la formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Basta un tiro-vincente per diventare il principale attore della vittoria: Eriksen. Il danese entra e fa esattamente ciò che non riesce a Sensi: calciare in porta con la convinzione di poter sorprendere il portiere avversario. Fortuna? Forse, a giudicare dalla deviazione. Ma la questione è prettamente mentale. In certi casi basta poco per ottenere tanto e serve solo provarci in maniera credibile. Ma a qualcuno non gira proprio, è fin troppo palese. Risolutore.

COMMENTO – Si è parlato fin troppo di questa partita, soffermandosi più su una festa che non sarebbe stata comunque possibile nella stessa giornata piuttosto che sulla prestazione in sé. E forse Conte una dimostrazione l’ha voluta dare con la scelta della formazione iniziale. Fuori Eriksen e Perisic (stanchi?), dentro Sensi e Darmian (freschi?). Una doppia mossa che non si aspettava nessuno fino a 48 ore dalla partita e che poi è stata annunciata da chiunque come certa. E così è stato. Infatti non c’è stato l’effetto-sorpresa ma nemmeno quello opposto: la modifica all’undici di base è stato un buco nell’acqua. Non tanto per la prestazione dei due italiani, a cui non si può dire nulla dal punto di vista del dispendio energetico, bensì per la finalità delle loro giocate. Non da chi vuole vincere la partita a tutti i costi attraverso la qualità superiore, piuttosto da chi si accontenta di condurre una prestazione che si avvia verso l’ennesimo 0-0 da sbloccare nel finale. Poca concretezza, poca convinzione. Poi, senza perdere troppo tempo, Conte ha messo mano alla formazione toccando esattamente i ruoli che non stavano funzionando. L’ingresso di Eriksen con Perisic e Sanchez vale i tre punti: triplo cambio decisivo. La correzione è immediata, così l’Inter può tornare a macinare gioco e gol. Due passi in avanti dopo il freno a mano impostato inizialmente. Non serve aggiungere altro, ora la palla passa all’Atalanta di Gasperini in quel di Reggio Emilia. L’Inter è realisticamente a un punto dallo scudetto e non sembra ancora vero. Il gol di Eriksen su assist di Lukaku può anche essere il trailer più rappresentativo della stagione: è questa l’Inter di Conte che domina in Serie A. Un undici di qualità, in cui non ha più spazio da protagonista chi si accontenta di fare solo il compitino.

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