Barcellona-Inter (3-3): Inzaghi tradito dai quinti fino all’ingresso di Gosens
Barcellona-Inter termina nel migliore dei modi rispetto alla previsioni ma non rispetto a ciò che succede in campo. Inzaghi si presenta a Barcellona con due risultati su tre. Le firme di Barella, Lautaro Martinez e Gosens esaltano ma l’impresa è solo parziale. Il 3-5-2 inzaghiano funziona centralmente ma pecca sulle fasce. Nel finale spazio al piano B disperato e tatticamente disordinato. Di seguito l’analisi tattica di Barcellona-Inter in Champions League
Pre-Game Analysis: il modulo e le scelte di Inzaghi
FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Simone Inzaghi per affrontare il Barcellona in Champions League: 24 Onana; 37 Skriniar ©, 6 de Vrij, 95 A. Bastoni; 2 Dumfries, 23 Barella, 20 Calhanoglu, 22 Mkhitaryan, 32 F. Dimarco; 9 Dzeko, 10 Lautaro Martinez.
In-Game Analysis: sviluppo e lettura di Barcellona-Inter
HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 17′ la traversa blocca l’esultanza di Dzeko sulla zampata quasi vincente su punizione di Calhanoglu, poi de Vrij liscia incredibilmente il tap-in. Poi, al 40′ il Barcellona sfonda sulla destra grazie a Raphinha, che scherza Dimarco e serve Sergi Roberto, autore dell’assist per l’inserimento centrale di Dembelé (1-0). Nel secondo tempo, al 50′ inserimento spettacolare di Barella, che controlla di coscia mandando a vuoto Piqué e supera ter Stegen sullo splendido assist di Bastoni (1-1). Al 63′ Calhanoglu ruba palla e lancia Lautaro Martinez, che si libera di Eric Garcia e dopo aver colpito entrambi i pali può festeggiare il ritorno al gol (1-2). Dopo, al 70′ Lewandowski è in fuorigioco quando mette la palla in rete, giusto annullare. Ma al 82′ il Barcellona pareggia proprio grazie a una conclusione di Lewandowski, che sfrutta al meglio la svirgolata di de Vrij e beffa anche Onana (2-2). All’89′ Gosens raccoglie l’assist di Lautaro Martinez da destra e va in rete alla prima occasione buona (2-3). Infine, al 92′ Lewandowski stacca di testa su Bellanova e compagni, trovando il bis su cross di Eric Garcia (3-3).
SOSTITUZIONI – Al 67′, sul risultato di 1-2, primo cambio per Inzaghi: fuori Dimarco, dentro Darmian. Staffetta sulla fascia sinistra. Al 76′ arriva il primo doppio cambio nerazzurro: fuori Calhanoglu e Dzeko, dentro Bellanova e Gosens. Inzaghi cambia modulo, optando per il più difensivo 5-4-1 con la doppia catena laterale Bellanova-Dumfries e Darmian-Gosens. Infine, all’86′ e sul 2-2, ecco secondo e ultimo doppio cambio dell’Inter: fuori Bastoni e Barella, dentro Acerbi e Asllani. Le rotazioni conclusive servono a mettere forze fresche tra difesa e centrocampo.
Player Analysis: focus sul singolo nerazzurro
TOP – Più di tutti avrebbe meritato di uscire dal Camp Nou con i tre punti: Gosens (vedi pagelle di Barcellona-Inter). Entra sull’1-2 e, dopo la delusione per il 2-2, riesce a mettere in porta il pallone del 2-3 su cui sembra esserci scritto “qualificazione”. Non è così. Almeno non ancora. Arriva il 3-3, non il 3-4, e allora il gol di Gosens resta solo una bella storia ma non di più. Di certo il tedesco, nei pochi minuti a disposizione, dimostra di voler continuare a lottare per la maglia sulla fascia sinistra. Lenta ripresa o qualcosa in più? Il weekend ci dirà. Disilluso.
Post-Game Analysis: considerazioni finali su Barcellona-Inter
COMMENTO – Il Barcellona inizia da subito a fare la partita, schiacciando l’Inter nella propria metà campo. Il tempo di registrare al meglio le posizioni, poi la squadra di Inzaghi recupera fiducia e terreno. Nel primo tempo manca lucidità più o meno in tutti i reparti, mentre nella ripresa il centrocampo sale in cattedra. Si verifica un problema piuttosto evidente: il trio centrale regge alla grande contro la mediana blaugrana ma i danni arrivano sulle fasce. Dumfries sbaglia davanti, Dimarco dietro. Potrebbe essere la prestazione perfetta, invece si trasforma in una serata da incubo: ogni possibile giocata vincente viene annullata e sprecata. Nel secondo tempo è l’Inter a fare gioco. Anche quando fa saltare tutti gli schemi: soffre più del dovuto ma mette in difficoltà il Barcellona in fase di ripiegamento. A campo aperto l’Inter può fare malissimo. Sulle fasce nuove linfa. L’assetto iper-difensivo con Lautaro Martinez unica punta è anti-tradizionale per Inzaghi ma non significa anti-calcio: disordine OK ma si vedono anche ottime cose. A Inzaghi va riconosciuto il merito di aver provato a imporsi nonostante tutte le difficoltà.
OSSERVAZIONE – L’Inter sfiora l’impresa ma esce dal Camp Nou consapevole che la beffa è stata servita. In pieno recupero. Perché, in fin dei conti, a dimostrare di meritare e volere a tutti i costi i tre punti è la squadra di Inzaghi. Squadra di Inzaghi punita da errori individuali. Anche comprensibili ma gravi, soprattutto se fosse servita la vittoria. Barcellona-Inter potrebbe/dovrebbe finire 2-3 con il gol di Gosens. E invece in pieno recupero c’è spazio e tempo sia per il 3-3 di Lewandowski sia per il 3-4 di Asllani. Il primo arriva, il secondo no. Un errore difensivo e soprattutto uno offensivo, dopo più di 95′ di partita già giocati, fanno la differenza. Inzaghi può lavorare su questo ma non può fare miracoli: dalla panchina possono alzarsi D’Ambrosio, Gagliardini e Curatolo, oltre a Stankovic e Carboni Jr. L’impresa è non aver permesso al Barcellona di tornare in corsa per gli ottavi di finale, perché sarebbe stato legittimo nell’inferno del Camp Nou. Adesso il jolly è casalingo: Inter-Viktoria Plzen non si può davvero fallire. Il futuro nerazzurro in Champions League è ancora nelle mani di Inzaghi, con pregi e difetti.