Analisi tatticaPrimo Piano

Atalanta-Inter: Conte rispolvera le mezzali ma sono decisivi i “vecchi” quinti

Ultima partita stagionale in Italia per l’Inter, che sbanca Bergamo con uno 0-2 dominante. Subito in gol D’Ambrosio e poi Young, bastano gli esterni a tutta fascia per avere la meglio sull’undici di Gasperini. Le scelte tattiche fatte danno ragione a Conte, perfetto nella preparazione della gara. Ecco l’analisi tattica di Atalanta-Inter

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare l’Atalanta: Handanovic; Godin, de Vrij, Bastoni; D’Ambrosio, Barella, Brozovic, Gagliardini, Young; Lukaku, Lautaro Martinez.

Atalanta-Inter Formazione ufficiale
Atalanta-Inter Formazione ufficiale

MODULO – A sorpresa l’Inter torna alle origini. Per una serata Conte abbandona il 3-4-1-2 utilizzato sempre nel post-lockdown per rispolverare il 3-5-2 d’inizio stagione. Si tratta di una notizia. Al posto del trequartista riecco la doppia mezzala ai lati del regista basso, ma la vera modifica è un’altra: gli esterni di centrocampo da “quarti” tornano a fare i “quinti”. Più densità in mezzo al campo e più ampiezza sulle fasce, nonostante un atteggiamento anche più abbottonato.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – Pronti via e al 1′ Young trova la testa di D’Ambrosio, che in area segna sfruttando un’uscita a vuoto di Gollini (che esce subito dopo infortunato) per portare l’Inter in vantaggio. Solita prestazione magistrale di Lukaku spalle alla porta nel far salire la squadra, che attacca ambo i lati con le mezzali piuttosto dinamiche. Al 20′ Young si accentra da sinistra e la mette a giro di destro nell’angolino basso, imparabile. L’inglese è il valore aggiunto dell’undici di Conte, che può contare su un centrocampo più “presente” del solito grazie ai tre uomini in mezzo, tra cui l’infaticabile Barella. Il primo tempo termina 0-2: Inter cinica e bella da vedere.

SECONDO TEMPO – Nessun cambio nella ripresa e stesso canovaccio. L’Inter gestisce il doppio vantaggio e l’Atalanta non riesce a essere mai pericolosa. Lukaku fa reparto da solo ma tutti quelli che gli ruotano intorno si rendono altrettanto utili per la manovra dell’Inter. Il ritmo non cala per via della stanchezza, prestazione saggia. Al 71′ primo cambio per l’Inter: fuori Lautaro Martinez, dentro Sanchez. Il cileno rimpiazza l’argentino (stremato anche per i colpi subiti) a supporto di Lukaku. Aumentano le distanze tra i reparti atalantini, l’Inter li accorcia. Al 77′ doppio cambio per Conte: fuori Bastoni e D’Ambrosio, dentro Skriniar e Biraghi. Young si sposta sulla fascia destra. All’81’ Sanchez parte in fuorigioco prima di dribblare Sportiello, gol annullato. Al 90′ doppio cambio finale per l’Inter: fuori Young e Barella, dentro Moses ed Eriksen. Il danese si piazza liberamente sulla trequarti per il 3-4-1-2 finale (come da immagine sotto allegata, ndr). Un paio di spunti offensivi ma non cambia il risultato. Il secondo tempo termina 0-2: l’Inter tiene l’Atalanta (e la Lazio) dietro, terminando seconda a -1 dalla Juventus.

Atalanta-Inter Formazione finale
Atalanta-Inter Formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – L’uomo in più dell’Inter è probabilmente l’innesto più sottovalutato del mercato di riparazione: Young. Un inglese in Serie A fa già notizia, se atipico ancora di più. Il classe ’85 arrivato dal Manchester United mette in mostra tutte le sue qualità in meno di metà tempo. Dopo 20′ ha già messo la firma sul tabellino dei marcatori dopo aver timbrato quello virtuale degli assist-man. A sinistra fa tutto con il destro (cross e tiro) per lo 0-2 finale, a destra termina la partita prima di uscire per i meritati applausi (dalla panchina). Una gradita sorpresa. In Inghilterra pensavano fosse finita, probabilmente si sbagliavano di grosso. Rinato.

COMMENTO – Il risultato ottenuto dall’Inter a Bergamo non è storico solo perché non permette di cucire il tricolore sul petto. Quello è già stato fatto dalla Juventus nei giorni scorsi, per il nono anno consecutivo. La stagione dell’Inter resta a record con qualche recriminazione. In Atalanta-Inter, però, la prestazione è perfetta. In difesa nessuna sbavatura, Handanovic può perfino divertirsi a far partire l’azione dal basso senza incubi. Fila tutto liscio e la performance di alcuni singoli (es. Godin) deve far riflettere altri (es. Skriniar). A centrocampo è più la quantità che la qualità a permettere alla filosofia di Conte di avere la meglio su quella di Gasperini. La scelta di riportare in linea i cinque centrocampisti, a discapito del “4+1” dell’ultimo mese e mezzo post-lockdown, ha senso. Barella e Gagliardini corrono su e giù ai lati di Brozovic e, nonostante qualche errore di troppo, si tratta di un lavoro prezioso per gli equilibri di squadra. Il lavoro “sporco” viene fatto anche dalle punte, che non segnano ma portano letteralmente a spasso gli uomini di Gasperini. Si può dire senza problemi che Conte dà una lezione tattica a Gasperini, difesa a tre contro difesa a tre ma con filosofie diverse in fase offensiva. L’Inter pensa a difendersi ma trova il gol proprio con i suoi difensori aggiunti: i quinti di centrocampo sono “ex terzini” che portano a termine la doppia fase in maniera esemplare. Il 3-5-2 di Conte smette di essere 5-3-2 e si trasforma in 3-3-4 pur non schierando esterni offensivi (Candreva risparmiato per tutta la gara). Messo da parte il campionato, ora bisogna pensare all’Europa League: l’Inter – se segue Conte – può vincerla, ma in Germania non sarà una passeggiata come quella di Bergamo.

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