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Analisi tattica Torino-Inter (0-3): Inzaghi prepara poco ma legge meglio

Analisi tattica di Torino-Inter, terminata 0-3 dopo una prima frazione di gioco a reti inviolate. Decisivo il primo gol di Thuram ma soprattutto i tre cambi effettuati già dopo meno di un’ora. Di seguito la breve analisi tattica, a caldo, della partita giocata dall’Inter di Inzaghi in Serie A

PREPARAZIONE – L’Inter cerca di giocare principalmente in verticale ma allo stesso tempo fatica ad allargare il gioco sulle fasce, che vengono (auto-)annullate. La maggior parte delle azioni viene interrotta prima di arrivare all’ultimo passaggio o al cross. La manovra migliora grazie all’intercambialità delle due mezzali, che rendono meno prevedibile le giocate nerazzurre ma sbagliano troppo. Soprattutto l’irriconoscibile Henrikh Mkhitaryan, che appare in difficoltà ed è il peggiore in campo. L’aggressività del Torino limita tantissimo le opzioni dell’Inter in costruzione, che spesso muoiono sul nascere. Un reattivo Yann Sommer tiene in piedi la sua squadra blindando la porta sulle importanti occasioni da gol del Torino. A livello atletico-fisico la squadra di Simone Inzaghi non c’è e si nota ma anche dal punto di vista tecnico-tattico è insufficiente, a prescindere dall’organizzazione del Torino di Ivan Juric, che predilige la copertura dell’uno-contro-uno senza perdere di vista la distanza tra i reparti quasi specchiati (3-4-1-2 vs. 3-5-2, ndr).

Analisi tattica Torino-Inter: le mosse di Inzaghi

LETTURA – Il triplo cambio di Inzaghi a inizio ripresa, dopo l’infortunio dell’ottimo Perr Schuurs (obiettivo di mercato dell’Inter, ndr), dà subito frutti: Denzel Dumfries da destra sforna l’assist vincente per la conclusione chirurgica di Marcus Thuram, che sblocca la partita. Subito dopo arriva il raddoppio di Lautaro Martinez sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Inter più fresca e lucida dopo un’ora di gioco piuttosto sottotono. Nel finale il 3-5-1-1 con Davy Klaassen mezzala e Mkhitaryan a fare da raccordo tra centrocampo e attacco serve solo a testare un piano B tattico in emergenza offensiva ma porta in dote anche il rigore dello 0-3: Hakan Calhanoglu dal dischetto non sbaglia. La vittoria è meritata, schiacciante più per ciò che dice il tabellino finale anziché per quanto visto per oltre 90′ ma non è una nota di demerito. Anzi, è importante constatare che Inzaghi legge la partita meglio di come la prepara. Si fida dei fedelissimi dal 1′ nonostante la sosta ma sono le “riserve” a cambiare la partita. Positivamente. Che sia di lezione: tra viaggi internazionali e impegni ogni tre giorni non esiste una sola formazione né appena undici titolari. All’Inter tutti devono essere sempre pronti, a Inzaghi il compito di metterli nelle condizioni di fare del loro meglio, come nell’abbondante mezz’ora finale in casa del Torino.

NB: Clicca qui per leggere anche l’analisi tattica sulle partite precedenti dell’Inter di Inzaghi.

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