Analisi tattica

Analisi tattica Roma-Inter (2-4): Inzaghi urla ma bastano 2×10′ di sprint

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Analisi tattica di Roma-Inter, terminata 2-4 in rimonta dopo un primo tempo da incubo. Due diverse fasi di sprint da circa 10′ bastano per portare a casa tre punti esterni davvero pesanti. Di seguito la breve analisi tattica, a caldo, della partita giocata dall’Inter di Inzaghi in Serie A

PREPARAZIONE – Squadra che vince non si cambia per Simone Inzaghi (squalificato, ndr), che conferma l’undici anti-Juventus. La Roma inizia con il piede sull’acceleratore, andando subito al tiro e provando a schiacciare l’Inter di Massimiliano Farris nella propria metà campo. Un approccio prevedibile ma probabilmente più carico delle previsioni nerazzurre. La squadra di Inzaghi è costretta a una situazione atipica ma subito ripristinata. Primo quarto d’ora utile a registrare distanze e strategie, molto offensive ambo i lati. L’Inter prova a sfruttare la propria fisicità, facendo rifugiare la squadra di Daniele De Rossi in calcio d’angolo. La Roma predilige la rapidità. Il gol di Francesco Acerbi sblocca la partita dopo 17′ ma non la cambia. Regna l’equilibrio e gli errori di misura la fanno da padrona. Il 3-5-2 nerazzurro non punge soprattutto a causa del tandem offensivo poco partecipe nella manovra. Più interessante il 4-3-3 giallorosso, che crea due blocchi abbastanza stretti ma senza rinunciare all’ampiezza. E la Roma torna a fare la sua partita. Una dormita di Benjamin Pavard permette a Gianluca Mancini di pareggiare sugli sviluppi di un calcio di punizione. L’errore difensivo si ripete poco dopo, quando Stephan El Shaarawy porta in vantaggio la Roma, che cresce dopo lo 0-1 e fino al finale. Un doppio errore da matita blu per la fase difensiva dell’Inter, bucata malamente sulla propria fascia destra. Il primo tempo di Roma-Inter termina con un rocambolesco 2-1: la concentrazione è rimasta a Milano. Un’Inter a dir poco irriconoscibile dopo il vantaggio iniziale, ottenuto in 10′ di gioco.

Analisi tattica Roma-Inter: le mosse di Farris (via Inzaghi)

LETTURA – La ripresa si apre senza modifiche ma con un’altra spinta. Tutta un’altra Inter. Merito delle urla di Inzaghi a distanza. Bastano poco più di 5′ all’Inter per pareggiare e tornare avanti, sfruttando al meglio sia il gioco sulle corsie laterali sia il peso in area di rigore. Prima da destra con Matteo Darmian e poi da sinistra con Federico Dimarco, che trovano un Marcus Thuram letale e l’autogol di Angelino per anticipare proprio l’attaccante francese. Cambia la partita. E cambia anche Inzaghi. La prima sostituzione è obbligata dall’infortunio di Acerbi. L’Inter opta per gestire con più calma ma il terreno di gioco non aiuta. E l’aggressività della Roma nemmeno. Il ritmo, in ogni caso, è più compassato rispetto all’avvio di secondo tempo. Poi, a 15′ dalla fine, arriva il triplo cambio ruolo per ruolo con l’obiettivo di avere forze fresche sulle fasce e in attacco. Succede l’esatto opposto, perché l’Inter senza Lautaro Martinez si schiaccia troppo e subisce l’iniziativa della Roma alla ricerca del pareggio. Si esalta Yann Sommer e si perde ogni misura tra i reparti. Una sofferenza oltre il necessario. L’ingresso di Alexis Sanchez ridà un assetto più concreto all’Inter, che con Alessandro Bastoni – in pieno recupero – si regala il 2-4 in contropiede. I tre punti arrivano ma non mancano i rischi. All’Inter basta un’accelerazione nel prima metà del primo tempo e una a inizio ripresa, non di più. Due sprint veri e propri, che spezzano i sogni della Roma: il 2-4 in rimonta è una prova di forza esagerata per consolidare la vetta. L’Inter vince una partita sporca, senza brillare, e lo fa più con la testa che con la tecnica.

Pubblicato da
Andrea Turano

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