Young Boys-Inter analizzata IN tre punti: extra turnover senza leader
La vittoria di misura in Svizzera porta la squadra di Inzaghi nella Top-8 della Champions League. Messaggio inviato alla Juventus
Young Boys-Inter vale non solo una vittoria ma anche una posizione nei primi otto posti della classifica. Nella rubrica “Day After” di Inter-News.it analizziamo la situazione post-match in tre punti ben dettagliati. Di seguito l’episodio dopo la terza giornata di UEFA Champions League
BERNA – Un’altra vittoria per l’Inter di Simone Inzaghi, che mantiene anche la porta inviolata in UEFA Champions League dopo tre giornate. Il successo in casa degli Young Boys guidati da Joel Magnin, allenatre ad interim dopo l’esonero di Patrick Rahmen, porta la firma di Marcus Thuram in pieno recupero, al 93′. Analizziamo Young Boys-Inter (0-1) di Champions League in tre punti.
Inter a Berna ma la testa è già sulla Juventus: Thuram evita qualche critica a Inzaghi
1. TURNOVER – L’Inter si presenta in Svizzera con quattro-cinque titolari in panchina e altrettanti infortunati rimasti a Milano insieme i due calciatori fuori lista. In pratica Inzaghi si presenta a Berna senza una formazione. Le scelte iniziali vengono fatte per prudenza e strategia. Da una parte si cerca di tutelare la squadra dal rischio infortunio sul terreno sintetico. Dall’altra si mette subito a fuoco l’atteso impegno casalingo nel weekend. Può sembrare che l’Inter prenda sottogamba l’impegno in casa Young Boys per via delle rotazioni massicce. E magari è anche così. Lo 0-0 sarebbe stato accolto e commentato diversamente. La vittoria, invece, è importantissima. Ancora di più considerando la formazione rimanaggiata messa in campo. Ormai gli avvicendamenti tra campionato e coppa sono quasi totali. Un vero e proprio turnover in rosa.
Inter, dove sono i leader quando servono? L’effetto negativo del rigore di Arnautovic
2. LEADERSHIP – Nelle scelte di formazione Inzaghi deve tener conto anche degli assenti. Non c’è Hakan Calhanoglu, di conseguenza non c’è il rigorista ufficiale. E non c’è nemmeno il capitano Lautaro Martinez, che parte dalla panchina ma allo stesso tempo ha già dimostrato di non essere una prima scelta né una seconda. Tutto lascia pensare che il compito spetti a Mehdi Taremi, che può essere considerato a tutti gli effetti il vice-Calhanoglu dagli undici metri. Non è così in Young Boys-Inter. Sul dischetto va Marko Arnautovic – altra alternativa in rosa ma ovviamente non la prima – e l’Inter rischia di pagare caro l’errore. Il problema, in questo caso specifico, non è il rigore fallito bensì le conseguenze. Se già Arnautovic non è brillante in campo, dopo l’errore dagli undici metri è praticamente uno in meno. In campo e in panchina. Inzaghi lo sostituisce proprio con Lautaro Martinez, come previsto, ma il contraccolpo è da sottolineare. All’Inter in certe occasioni mancano sia i giocatori che devono prendere e far rispettare le decisioni sia quelli che reagiscono positivamente a un errore/problema. Dove sono i leader?
Young Boys-Inter prima di Inter-Juventus: lunga serie di problemi muscolari da gestire
3. INFERMERIA – Se l’idea è evitare altri infortuni dopo quelli di Francesco Acerbi, del già citato Calhanoglu e di Kristjan Asllani, lo stop di Carlos Augusto non può far sorridere Inzaghi. E lo 0-0 dopo il rigore fallito da Arnautovic non migliora le cose, visto che l’ingresso in campo dell’acciaccato Piotr Zielinski si sarebbe voluto evitare meno di quattro giorni di Inter-Juventus a San Siro. Lo stesso vale per i titolarissimi Alessandro Bastoni e Federico Dimarco, entrati nella ripresa per far cambiare marcia alla squadra. E ci riescono. L’Inter deve comunque fare i conti con i problemi muscolari dell’ultimo periodo. Il settimo posto in Champions League, dove Yann Sommer continua a mantenere la porta inviolata, è un risultato straordinario dopo le prime tre giornate. Il messaggio alla Juventus, che insegue a una lunghezza sia in Champions League sia in Serie A prima del Derby d’Italia, arriva forte e chiaro. L’Inter di Inzaghi oggi non è al meglio ma sa vincere di misura, all’ultimo minuto, anche sbagliando e soffrendo. La fame non manca mai.