Il Verona di Di Francesco ha un’anima e viene da un risultato bugiardo
La sconfitta col Sassuolo non deve ingannare: il Verona di Di Francesco ha mostrato sul campo idee e personalità.
TATTICA – Eusebio Di Francesco nelle prime uscite del suo Verona ha mantenuto come modulo il 3-4-2-1 che Ivan Juric aveva impostato negli ultimi anni. I tre attaccanti sono due trequartisti (Mattia Zaccagni e Antonin Barak schierati a piede invertito) e una punta vera in mezzo. Contro il Sassuolo la squadra ha tenuto un baricentro abbastanza alto, cercando l’impostazione dalla difesa quando possibile per arrivare a servire trequartisti ed esterni. Altrimenti in caso di pressing l’opzione era il lancio diretto sulle punte che poi cercavano lo scambio corto con taglio profondo. In non possesso da segnalare un pressing alto portato in modo corale che ha messo spesso in difficoltà gli avversari.
STATISTICHE – Nella prima partita della stagione il Verona ha raccolto meno di quanto meritava, mostrando una certa mentalità. Anche sotto nel risultato e di un uomo la squadra di Di Francesco non ha mollato, anzi ha trovato le forze per reagire. I cross sono una risorsa importante e infatti l’Hellas è prima in Serie A per traversoni utili (9) e quarta per quelli sbagliati (8). Zaccagni si è segnalato per intraprendenza (addirittura primo per palloni toccati con 66 e secondo per km percorsi) e falli subiti, ben 4.
DETTAGLI – Koray Gunter in difesa è l’uomo di riferimento del Verona, anche per far partire l’azione. Miguel Veloso, che sarà squalificato, è il regista e l’equilibratore del centrocampo, l’uomo tattico per eccellenza. Sulle fasce Darko Lazovic a sinistra è il giocatore di riferimento, quello che tocca più palloni. Ama cercare dribbling, cross e se ha spazio anche il tiro. Zaccagni è l’uomo di maggiore qualità che ha Di Francesco. Pronto a diventare seconda punta e a dare fantasia con ogni tocco, punta spesso l’uomo e ha licenza di inventare.