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Simone Inzaghi era l’ultimo baluardo: dopo di lui il baratro dei nomi

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Simone Inzaghi è un passo indietro rispetto a Conte. Ma è un nome che offre comunque delle garanzie. Ed era l’ultimo disponibile a fornirle.

ULTIMO BALUARDO – Simone Inzaghi non è Conte, e su questo non ci sono dubbi. Diversa esperienza, diverso palmares, diverse aspettative. Non a caso anche diverso stipendio. Se molti hanno storto il naso o anzi si sono proprio lamentati dell’arrivo del leccese figurarsi se non è legittimo avere dei dubbi sull’ormai ex Lazio. Però un aspetto va sottolineato con evidenza: Inzaghi era l’ultimo baluardo.

PROFILO CREDIBILE – Si intende della decenza. Perso Conte gli allenatori di alto profilo sul mercato erano pochi. A spanne, credibili, due. Allegri, in orbita Inter da praticamente un anno, ha deciso di tornare alla Juventus. Sarri è stato poco più di una suggestione. Eliminati loro Simone Inzaghi è diventato praticamente un obbligo. Un tecnico giovane, di personalità, che valorizza i suoi giocatori, abituato a lottare per i primi posti in Serie A. Capace persino di vincere. Un downgrade chiaro e netto rispetto a Conte, ripetiamolo ancora a scanso di equivoci. Ma almeno entro il range del credibile. Perché appunto dopo il suo nome iniziava un elenco diverso.

ELENCO NON CREDIBILE – Al posto di elenco diverso leggete pure il baratro. Nell’ipotetica lista poteva rientrare sostanzialmente chiunque col patentino di allenatore. Ma forse anche una fetta di quelli senza. L’allenatore con più esperienza e di miglior lignaggio nominato è stato Mihajlovic. Non so se si percepisce la gravità di questo concetto. Dopo di lui praticamente tutti gli ex tripletisti che allenano. E se non fosse arrivato subito l’accordo con Inzaghi l’elenco si sarebbe arricchito di nomi esotici, scommesse magari da neopromosse o quasi, tecnici profeti del bel gioco, santoni. Una deriva pericolosissima. Vissuta già in casa Inter ai tempi del regno Mancini/de Boer/Pioli. Inzaghi quindi non sarà Conte, ma ha salvato tutto il mondo nerazzurro dal baratro.

Pubblicato da
Giulio Di Cienzo

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