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Sanchez croce e delizia dell’Inter di Conte, ma stavolta è “colpa” di Lukaku

Sanchez non ha messo la propria firma sul tabellino di Borussia Monchengladbach-Inter, ma questa non è una novità. L’ingresso del cileno ha cambiato subito inerzia alla partita e con essa il risultato. Conte ha capito come utilizzarlo, anche se Lukaku ha stravolto tutto

TUTTO E SUBITO – Entra al 71′ al posto di Lautaro Martinez. Impiega due minuti per lanciare Achraf Hakimi a campo aperto così da assistere Romelu Lukaku in occasione dell’1-3. E ne impiega altri due per perdere palla a centrocampo, regalando ad Alassane Plea il 2-3. Questo è ciò che è riuscito a fare Alexis Sanchez in meno di cinque minuti dal suo ingresso in campo in Borussia Monchengladbach-Inter. Il cileno ha 25 minuti esatti per essere efficace, ma gliene bastano 5 per far vedere di cosa è capace. Pregi e difetti. Croce e delizia. Poi crea i presupposti per il 2-4, ma ne distrugge gli effetti (se si fosse lasciato cadere in area, l’arbitro avrebbe dato il rigore?). Ma sfugge un dettaglio. Che può anche essere tattico. Come e in quale ruolo Sanchez dà il meglio di sé nell’Inter? La risposta non è così scontata come sembra, nonostante quanto successo.

QUESTIONE TATTICA – Al 60′, quando Antonio Conte effettua il primo cambio (vedi analisi tattica, ndr), l’Inter ha bisogno di trovare il gol per cambiare il parziale di 1-1. Anche per questo è già pronto il secondo cambio: al 65′ entrerà Sanchez. Peccato (si fa per dire…) che al 64′ Romelu Lukaku segni l’1-2 che stravolge i piani di Conte. Passano oltre cinque minuti prima di vedere il cileno in campo, ma da seconda punta al posto di Lautaro Martinez. Il vantaggio va difeso, senza scoprirsi. Se non avesse segnato Lukaku, Sanchez probabilmente sarebbe entrato per giocare trequartista nel 3-4-1-2. Al posto di uno tra Marcelo Brozovic e Roberto Gagliardini, che insieme a Lukaku hanno costruito l’azione del secondo gol. Sliding door clamorosa per l’Inter e per Sanchez, che per il momento sta confermando il suo ruolo con Conte: può fare la differenza tra le linee e in pochi minuti, ma senza chiedergli gol. Un bel vantaggio, ma anche un limite.

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