Ricordate il vantaggio (ingiusto) dei 5 cambi? Grazie all’Inter non esiste più
Conte è costretto a preparare un’altra partita in tempi strettissimi con una rosa ridotta all’osso. E senza sapere ancora quanti giocatori avrà davvero a disposizione nella trasferta di Genova. Sembra passata un’era dall’imbarazzante polemica tutta italiana sui cinque cambi “ammazzacampionato” dell’Inter
I 5 CAMBI CHE FURONO – È bastato ribaltare e vincere una partita di fine settembre (a mercato ancora aperto!) per sentenziare. E che sentenza. L’Inter di Antonio Conte è avvantaggiata perché, grazie alla rosa “extra large”, utilizzando i cinque cambi a disposizione può sovrastare le squadre più piccole. Ma eventualmente anche quelle più grandi che, a causa del Covid-19, si sono dovute ridimensionare a livello economico e numerico. Contro la Fiorentina il 26 settembre erano entrati prima Achraf Hakimi e Stefano Sensi. Poi Arturo Vidal e Radja Nainggolan. Infine, anche Alexis Sanchez. Tutti sul 3-2. In una partita terminata 3-4. Seguirono polemiche su giornali, radio, TV e web. “Seguirono”, perché sembra un secolo fa. Poi due positivi al Coronavirus (diventati sei, forse sette) e due infortunati, più uno finito nell’occhio del ciclone perché pupillo di Conte. Sta di fatto che il vantaggio dell’Inter non esiste più. Perché non esistono più i cinque cambi per Conte, oggi ridotti a tre. Forse quattro. E nessuno parla più dell’Inter che trae vantaggio “ingiustamente” da una situazione accettata da tutti a inizio stagione come normale. Anche perché l’Inter non ha una rosa più ampia del previsto, ma solo più competitiva nei ricambi rispetto a una stagione fa. Almeno quando la rosa è al completo. La Serie A può festeggiare, per ora: il vantaggio dell’Inter non c’è più.