Nota tattica di Parma-Inter: sofferenza sul primo pressing avversario
“Nota tattica”, una rubrica che mira a sottolineare un dettaglio, in positivo o in negativo, dell’ultima partita dell’Inter. Dopo Parma-Inter parliamo del pressing avversario.
GIOCO MENO EFFICACE – Parma-Inter è stata una partita scorbutica per i nerazzurri. Gli uomini di Conte hanno fatto molta più fatica ad esprimere sul campo le loro qualità rispetto alle uscite dell’ultimo mese circa. In parte per imprecisioni ed errori personali, ma molto anche per merito degli avversari. Gli uomini di D’Aversa sono stati particolarmente efficaci in una fase, quella del primo pressing.
REGISTI IMPRECISI – Nelle ultime gare l’Inter ha migliorato la sua efficacia e il suo gioco. Il motivo, sinteticamente, risponde al nome di Eriksen. La sua presenza tra i titolari ha modificato la manovra nerazzurra, aumentando le opzioni soprattutto in costruzione di gioco. Contro il Parma però il doppio regista non ha funzionato nel solito modo fluido. Merito, appunto, degli avversari, che hanno studiato il nuovo calcio di Conte e messo in campo un pressing diverso dal solito.
PRESSING DIVERSO – Il Parma ha aggredito la prima costruzione dell’Inter, senza però eccedere. Gestendo i movimenti in un modo nuovo. Gli uomini deputati al pressing si preoccupavano di coprire lo spazio tra i difensori e i mediani per togliere opzioni di gioco, senza abbassarsi però troppo. Diciamo che si posizionavano nell’half space tra difensore e centrocampista. Lasciavano un cuscinetto di spazio al portatore di palla per illuderlo di avere tutte le opzioni. Le linee di passaggio però risultavano coperte e per portare palla lo spazio era poco. Infatti al primo accenno di conduzione la pressione diventava aggressiva, costringendo a una scelta affrettata. Brozovic ed Eriksen non hanno trovato immediatamente i movimenti migliori per adeguarsi a questa nuova modalità. Infatti nella prima mezz’ora i gialloblù hanno dominato il possesso palla. Non per scelta dell’Inter, come capitato in altre occasioni, ma per meriti propri.