Nota tattica di Inter-Lecce: l’esordio di Sensi a San Siro
“Nota tattica”, una rubrica che mira a sottolineare un dettaglio, in positivo o in negativo, dell’ultima partita dell’Inter. Dopo Inter-Lecce parliamo dell’impatto di Stefano Sensi.
ESORDIO D’IMPATTO – La prima partita di Antonio Conte sulla panchina dell’Inter ha offerto un mare di spunti di rilessione, come normale che sia vista la veste tattica totalmente nuova data alla squadra. Il protagonista a sorpresa però è stato decisamente Stefano Sensi, il più bistrattato degli acquisti estivi nerazzurri. Visto solo come un cosmetico contabile in maglietta e pantaloncini, il regista arrivato dal Sassuolo ha messo in mostra ben altro sul campo.
RUOLO UTILE – Nel precampionato il numero 12 aveva fatto intravedere la sua potenziale importanza per la manovra dell’Inter. E le premesse sono state mantenute. Sensi di fatto è diventato il secondo regista, un ruolo fino ad oggi non coperto che è importante per due motivi: fornisce a Brozovic un riferimento più avanzato con cui dialogare; porta un giocatore più avanzato in grado di velocizzare il ritmo, verticalizzare e trovare giocate di qualità. Una cosa vista nelle ultime Inter solo con Rafinha per qualche mese e che avrebbe dovuto fare Nainggolan pur con caratteristiche diverse.
STATISTICHE – Sensi è partito come interno sinistro di centrocampo, ma nel corso della partita si è mosso molto dimostrando un’ottima capacità di leggere tatticamente la gara. Questa la sua heatmap presa da Whoscored:
La porzione di campo più coperta è quella propria della posizione di partenza, dove fa da riferimento avanzato e verticale per sviluppare l’azione dopo la prima impostazione bassa. Ma spesso si è anche abbassato per affiancare Brozovic in regia, dandogli un aiuto orizzontale utile per far uscire la palla dalla difesa. Infine ha svariato anche sulla destra, posizione dove si è trovato quando ha segnato. Dai dati della Lega Serie A, Sensi è stato il quarto giocatore dell’Inter per palloni toccati ( con 66, dopo Brozovic, Skriniar e Candreva) e ha realizzato 51 passaggi: sintomo di personalità, ma anche del fatto che i compagni già si fidano. Il gol è stato la ciliegina su una prestazione decisamente incoraggiante oltre all’ennesima dimostrazione di utilità: il tiro da fuori (ne ha tentati ben 5) e il dribbling a questa squadra servono.