Nainggolan è – o quantomeno dovrebbe essere – il protagonista designato della partitissima tra Inter e Juventus: ne vale del suo futuro e, indirettamente, della credibilità (presente) di Spalletti
IT’S NINJA TIME – L’avventura (calcistica) di Radja Nainggolan a Milano finora è stata caratterizzata più da bassi che da alti e, se c’è da considerare un aspetto extra campo positivo, forse l’unico è quello che lo vede dichiaratamente “anti-juventino” (parole sue). Aspetto positivo in vista del Derby d’Italia di domani sera, quando l’Inter ospiterà a San Siro la Juventus già campione d’Italia anche per questa stagione. Con la quasi certa panchina iniziale per l’ex capitano Mauro Icardi, tutti i riflettori saranno puntati proprio su Nainggolan, chiamato a fare un doppio favore a chi l’ha voluto a tutti i costi all’Inter: guidare la squadra verso i tre punti per blindare il terzo posto e con esso la partecipazione alla prossima Champions League e, soprattutto, far capire che il progetto di Luciano Spalletti nella Milano nerazzurra non è poi così fallimentare come si vuole far credere. Non si parla di dover salvare la panchina in vista della prossima stagione, quello forse non può farlo nemmeno Spalletti, figuriamoci Nainggolan… ma salvare la sua credibilità e quella di un allenatore che ha puntato tutto sul “suo” uomo, quello sì. Forse Inter-Juventus è davvero l’ultima chiamata per Nainggolan: magari Spalletti lo aspetterà sempre, ma l’Inter non lo aspetta più.
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