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Monte ingaggi Inter: come conciliare i tagli col mercato in entrata?

Il monte ingaggi dell’Inter 2021/22 ammontava a 75,1 milioni di euro netti. E la società nerazzurra punta a ridurlo del 10-15%. Ma come si raggiunge questo obiettivo, considerando la volontà di mantenere un alto livello di competitività?

OBIETTIVO AMBIZIOSO – Nella stagione appena conclusa, il monte ingaggi dell’Inter si attestava attorno ai 75 milioni di euro, calcolati al netto. Una quota che la proprietà mira a ridurre di circa 10-12 milioni. Ma come si può puntare a questo obiettivo, mantenendo inalterato il livello competitivo? Soprattutto considerando le trattative già intavolate da Beppe Marotta e colleghi. Solo gli acquisti di André Onana e Henrikh Mkhitaryan – gli unici “ufficiosi”, sebbene non ancora ufficiali – impatteranno per circa 8 milioni di euro in più a stagione sul totale degli stipendi. Vediamo quindi come conciliare sostenibilità, riduzione del monte ingaggi e competitività.

RIDUZIONE PARZIALE – In casa Inter vi è già una certezza: il monte ingaggi scenderà a 71,4 milioni per la stagione 2022/23. Questo considerando sia l’addio di Ivan Perisic, sia i contratti che non verranno rinnovati (Andrea Ranocchia, Matias Vecino e Aleksandar Kolarov sicuri). Ovviamente la riduzione è contenuta perché controbilanciata dagli aumenti di stipendio stipulati da alcuni giocatori nell’ultima stagione. Marcelo Brozovic passerà a 3,5 milioni l’anno a 6, così come Lautaro Martinez (che prima percepiva 2,5 milioni a stagione); l’ingaggio di Nicolò Barella raddoppia invece, da 2,5 a 5, mentre Federico Dimarco passerà dai 500mila euro attuali a 1,2 milioni circa.

Inter: come ridurre il monte ingaggi?

INCASTRI DA TROVARE – Se ai 71,4 milioni – monte ingaggi stimato per la stagione 2022/23 – si aggiungono circa 8 milioni tra Onana e Mkhritaryan, e anche i 12-13 che potrebbero servire per pagare Romelu Lukaku e Paulo Dybala il prossimo anno, si superano facilmente i 90 milioni. Come dicevamo prima, l’obiettivo della società è di portare questa cifra a circa 63-65 milioni di euro: bisogna quindi trovare il modo di risparmiare (almeno) 25 milioni di euro in stipendi. Impossibile? Niente affatto.

QUANTI ESUBERI – Cedendo a titolo definitivo Stefano Sensi, Andrea Pinamonti, Valentino Lazaro e Dalbert – tutti giocatori fuori dai piani di mister Simone Inzaghi – saltano fuori circa 6,5 milioni di euro in meno. Ovviamente non bastano, motivo per cui è necessario a liberarsi anche degli ingaggi di Alexis Sanchez e Arturo Vidal. Insieme all’addio dei due cileni, infatti, il risparmio sugli stipendi sale a 20,1 milioni di euro. Risparmio che sarebbe ad impatto zero dal lato della rosa, dato che parliamo di giocatori già fuori dal progetto o la cui sostituzione (almeno uno tra Lukaku e Dybala per il Nino, Mkhitaryan per Vidal) è già pianificata.

Inter, cedere un big esigenza falsa

OTTIMIZZAZIONE – Seguendo i calcoli descritti finora, il monte ingaggi potenziale scende a circa 70 milioni di euro. E trovare altri 5-7 milioni da risparmiare è meno complicato, ma soprattutto meno doloroso, di quanto dica certa narrativa sul calciomercato. Guardiamo infatti all’attacco: se arrivassero sia Dybala sia Lukaku, l’Inter potrebbe facilmente liberarsi anche di uno tra Edin Dzeko e Joaquin Correa. E gli indizi spingono più verso il 9 bosniaco, che guadagna 5 milioni di euro all’anno (contro i 3,8 del Tucu). Lo stesso discorso si può applicare anche alla difesa, dopo l’eventuale arrivo di Bremer dal Torino può compensare l’eventuale addio a Stefan de Vrij e al suo stipendio da 3,8 milioni annui.

EPILOGO DOVEROSO – Seguendo questo ragionamento, quindi, ridurre il monte ingaggi mantenendo il livello tecnico dell’Inter elevato sembra più che fattibile. Ma tra queste ipotesi e il loro concretizzarsi passano diverse cose. In primis riuscire a piazzare gli esuberi sopracitati, e in tempi rapidi. L’obiettivo di Marotta è di “chiudere” il mercato a inizio luglio, permettendo così a Inzaghi di lavorare con l’organico al completo fin dall’inizio del ritiro. Le prossime settimane saranno quindi decisive per chiudere tutte le trattative, in entrata e in uscita, evitando a squadra e tifosi due mesi di angoscia e dubbi.

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