Milan-Inter, la differenza tra Lukaku e Ibrahimovic: uno leader, l’altro capo
Milan-Inter ha dimostrato ancora una volta, nella “sfida nella sfida”, tutta la differenza tra Romelu Lukaku e Zlatan Ibrahimovic. Non solo da un punto di vista tecnico e numerico, ma specialmente sulla differenza tra l’essere un “leader” e l’essere un “capo”.
SINONIMI MA CONTRARI – Leader e capo sono due parole simili. Due sinonimi, che possono però racchiudere due significati totalmente contrari e distanti. Tanto quanto contrari e distanti sono Romelu Lukaku e Zlatan Ibrahimovic, senza dubbio i due uomini guida e più attesi del derby Milan-Inter giocato ieri e vinto 0-3 dai nerazzurri. Parlando proprio di differenza, questa sta tutta nell’atteggiamento dei due. Uno, Lukaku, da vero leader, come mostrato nell’esultanza del gol dello 0-3. Un uomo su cui i compagni di squadra possono fare affidamento, ma dal quale non devono essere trainati per dare il loro contributo. La famosa “ciliegina” sulla torta. L’altro, Ibrahimovic, con l’atteggiamento da “capo”. Basti vedere il nervosismo mostrato in più di un’occasione verso i compagni di squadra in caso di errori (ma anche verso Stefano Pioli). Così come anche il tono di sue determinate dichiarazioni, o la totale dipendenza da lui da parte dei compagni di squadra (iconiche in questo senso le parole di Kessié nel postpartita di ieri).
LEADER NERAZZURRO – Ecco perché, in questo momento, è meglio avere un Romelu Lukaku nella propria squadra. Milan-Inter ha dimostrato ancora una volta la differenza tra il leader di un gruppo e chi antepone il proprio ego al resto, sia sul campo che fuori. Un esempio lampante di questo discorso? Parlando di attualità, potremmo citare proprio la presenza dello svedese al Festival di Sanremo. In mezzo a una settimana dove i rossoneri saranno chiamati alla sfida contro l’Udinese. Insomma, a ognuno la sua guida. Chi un leader, chi un capo. Noi, con tutto il rispetto per gli altri, ci teniamo il primo.