Lukaku ha un limite, ma paradossalmente per l’Inter può essere un bonus
Lukaku da giovedì è ufficialmente un giocatore dell’Inter, e non essendo stato convocato per l’amichevole di stasera a Valencia potrà fare il suo debutto soltanto lunedì 26, nella prima giornata di Serie A contro il Lecce. C’è una caratteristica del centravanti belga che in Inghilterra è stata spesso sottolineata e criticata, ma i nerazzurri possono trarre vantaggio lo stesso da questo suo limite.
IL LIMITE – Romelu Lukaku nella sua carriera ha sempre segnato, spesso tanto, ed è anche per questo che l’Inter l’ha fatto diventare l’acquisto più caro della sua storia (vedi articolo). Dalla stagione 2012-2013, in prestito al West Bromwich, il belga è sempre andato in doppia cifra in Premier League, col record di venticinque gol in trentasette presenze nel 2016-2017, suo ultimo anno all’Everton, anche se l’ultimo anno non è stato particolarmente entusiasmante: dodici le marcature, le ultime due il 2 marzo al Southampton, con la scelta di Ole Gunnar Solskjaer di preferirgli più volte Marcus Rashford. Il “problema” è che in Inghilterra poche volte Lukaku ha messo la firma nelle partite di cartello, segnando sempre con regolare frequenza ma quasi soltanto contro le medio-piccole, e il fatto di essere poco incisivo nei big match è stato il suo vero limite.
I DATI – Questo lo score di Lukaku in Premier League contro le cosiddette Big Six, ossia le sei principali squadre del campionato inglese: due gol in quindici partite all’Arsenal, uno in dieci partite al Chelsea, cinque in quindici partite al Liverpool, quattro in quattordici partite al Manchester City, tre in undici partite al Manchester United (peraltro tutti nella stessa partita, quando era al West Bromwich in un folle 5-5 all’ultima giornata) e uno in dodici partite al Tottenham. Dati che stridono col suo rendimento generale, dove solo al Chelsea (dieci presenze senza mai segnare) ha steccato: diciassette gol in trentacinque giornate col West Bromwich, sessantotto in centoquarantuno presenze con l’Everton e ventotto in sessantasei partite col Manchester United, sempre soltanto in campionato.
LA SOLUZIONE – All’Inter però questo potrebbe risolvere un problema, perché i nerazzurri spesso hanno faticato a sbloccare la situazione (o segnare più di un gol) proprio contro le medio-piccole, e ci sono innumerevoli esempi recenti a riguardo. Lukaku, complice la sua straordinaria forza fisica (chi dice sia grasso guardi i video delle visite mediche: non è affatto sovrappeso) potrà servire per superare certe difese che fino all’anno scorso, giocando con un solo centravanti, erano spesso invalicabili. Con Lautaro Martinez accanto, o Edin Dzeko se arriverà il bosniaco della Roma, Antonio Conte troverà l’attacco ideale per il suo 3-5-2, ed ecco che avere un compagno vicino (cosa che, per esempio, Mauro Icardi non ha quasi mai avuto) potrebbe far pesare meno il limite di Lukaku nei big match, rendendo così la sua facilità realizzativa contro le altre squadre un grosso bonus.