Lukaku crea il contesto, non lo subisce: il problema dell’Inter non è la cessione
Lukaku ormai è andato, sebbene ancora vada messo nero su bianco e quindi bisogna aspettare. Possibile un dietrofront romantico? Difficile da credere in questo contesto, a prescindere dalle cifre in ballo che spiegherebbero alla perfezione i motivi della separazione. In ogni caso, aspettiamo. Il problema all’Inter oggi c’è, ma non è la cessione del n.9 belga
DOMANDA PRINCIPALE – La narrativa intorno al nome di Romelu Lukaku è partita da molto lontano e continuerà per qualche giorno. Probabilmente settimana, addirittura mese. Chi pensa sia un’operazione flash ignora tutto ciò che ha detto/fatto l’Inter negli ultimi tre mesi. Ma non è questo lo spazio dedicato all’attribuzione delle colpe (condivise). L’Inter oggi ha un problema e quello non è la cessione di Lukaku. Il problema principale è ciò che succederà nell’immediato post-Lukaku. Sia inteso come sostituto in area di rigore sia come credibilità progettuale all’interno dello spogliatoio e anche tra i tifosi. La cessione di Lukaku è un argomento extra-sportivo che, qualora venisse confermata, a certe cifre andrebbe accettata. A malincuore, ma andrebbe accettata (vedi editoriale). Ma poi cosa succederà? Questa è la domanda da porsi oggi, non di certo “perché l’Inter vende Lukaku?”. Perché a quello si risponde facilmente. Perfino l’allenatore Simone Inzaghi, comprensibilmente deluso dall’eventualità, conosce la risposta. Scontata, purtroppo.
L’incognita post-Lukaku per l’Inter
CONTESTO DIFFICILE – La cessione di Lukaku crea il contesto in cui evidenziare tutte le lacune dell’Inter, oggi. Per uscirne in piedi servono tre azioni, contestualmente. Ricavare una cifra monstre e reinvestirla per blindare gli altri titolari (a partire da Lautaro Martinez, che senza Lukaku potrà alzare ulteriormente l’asticella delle sue richieste…). Completare la rosa nei ruoli scoperti (ricordate l’esterno destro mai arrivato al posto di Achraf Hakimi?). E – ovviamente – acquistare un nuovo numero 9 all’altezza della storia interista è il minimo da garantire dopo aver sacrificato il calciatore-simbolo della rinascita dell’Inter. Qualche ipotesi l’abbiamo fatta (vedi focus) ma far quadrare conti e idee non è semplice. La permanenza di Lukaku all’Inter servirebbe solo a mettere altra polvere sotto il tappeto e posticipare al 2022 una risoluzione forzata dei problemi. Ricavando meno soldi, investendone anche meno e perdendo altri pezzi pregiati. Qual è il male minore? L’addio di Lukaku, paradossalmente, per l’Inter di oggi può essere un “aiuto” ma solo se esiste un vero progetto pluriennale. E su questo si inizia ad avere più di un dubbio.