Lukaku al Chelsea è un’operazione ‘alla Marotta’, ma non chiamatelo player trading
Marotta è un dirigente che ha costruito la propria carriera sulla grande capacità di vendere e reinvestire la cifra incassata, con sacrifici che sul lungo periodo hanno portato benefici alla società, sia a livello economico che sportivo. L’attuale strategia dell’Inter, con gli addii di Hakimi e di Lukaku (vedi articolo), è qualcosa che con il player trading non ha nulla a che vedere.
MODUS OPERANDI – La cessione di Romelu Lukaku al Chelsea andrà a rimpinguare le casse dell’Inter con l’iniezione di una cifra enorme, centoquindici milioni di euro. Fin qui tutto “positivo”. Il problema è che una grossa fetta di questo importo non potrà essere reinvestita sul mercato per rinforzare la squadra. Qui emergono le differenze tra il classico modus operandi di Giuseppe Marotta e ciò che sta accadendo all’Inter in questi ultimi mesi. Quando il dirigente è arrivato a Milano, si è portato dietro la fama di grande venditore. Il suo player trading aggressivo era una delle caratteristiche che lo avevano reso celebre tra gli operatori di mercato. Ma questo che stiamo vedendo non è il classico player trading alla Marotta.
ANNI IN BIANCONERO – Dopo la sua esperienza alla Sampdoria, dove la cessione di giocatori era strategia societaria consolidata, Marotta aveva portato questo metodo di lavoro anche alla Juventus. Quasi ogni anno i bianconeri hanno effettuato un’uscita pesante di un titolare. Le più remunerative sono state Paul Pogba al Manchester United, Arturo Vidal al Bayern Monaco e Leonardo Bonucci al Milan. Politica che ha generato grandi introiti, enormi plusvalenze e ha permesso di operare sul mercato continuando a rinforzare la rosa. Non sempre ha pagato, sul mercato gli errori sono all’ordine del giorno, ma il modo di lavorare di Marotta è sempre stato questo. Quando ha lasciato Torino per trasferirsi all’Inter, molti pensavano che avrebbe applicato questo metodo anche in nerazzurro. La storia ha però detto altro.
SOPRAVVIVENZA – La somma dei giocatori che acquisti deve superare il valore del giocatore che cedi e gli innesti devono essere profili futuribili, in modo da innescare un circolo virtuoso. Se hai ottenuto questo risultato, il player trading alla Marotta ha raggiunto il suo scopo. Se invece l’effetto finale è quello di ridimensionare la rosa non potendo usare la cifra incassata, stiamo parlando di qualcosa di diverso. Sopravvivenza, necessità. Sta tutta qui la paura del tifoso nerazzurro oggi. Vedere Lukaku con un’altra maglia sarà un boccone amaro da mandare giù. Inutile negarlo, ma se al suo posto arrivassero giocatori che soddisfano l’esigente palato della piazza, in qualche settimana l’attaccante belga sarebbe solo un lontano ricordo. Leggere i nomi che circolano e la prospettiva di passare dalla conquista dello scudetto a una serrata lotta per il quarto posto non possono fare altro che generare malumori. E Marotta è il primo a saperlo.