L’Inter di Inzaghi e il possesso, è cambiato davvero così tanto da Conte?
L’Inter di Inzaghi e l’Inter di Conte sono spesso presentate come squadre agli antipodi. Soprattutto nel possesso palla. Ma è veramente così?
SQUADRE DIVERSE – L’Inter di Inzaghi è una squadra connessa all’idea di possesso palla e baricentro alto. Il tecnico ha dato un’impronta forte, che si è distanziata da quella di Conte. Che spesso viene presentata come una versione giusto un filo più evoluta di catenaccio e contropiede. Questa dicotomia torna soprattutto nei discorsi su Lukaku. Il belga nel biennio con Conte ha reso al massimo, e sono rimaste nella memoria di tutti le sue cavalcate in campo aperto. Inzaghi quindi deve cambiare il suo calcio? C’è veramente questa differenza così marcata?
DISTANZA NEL POSSESSO – La risposta è no. Per specificare, una differenza c’è. Ma non è abissale come sembra dai discorsi che si sentono. L’Inter di Inzaghi è stata terza per possesso medio in A col 56,8%. Un dato superiore a quello dei due anni di Conte, senza dubbio. Ma non tanto da giustificare una visione tanto distante. Nel 2019-2020 l’Inter è arrivata a 53% di possesso medio, scendendo poi al 52,3% nel 2020-2021. Basta un 4% di differenza a parlare di catenaccio?
CAMBIAMENTO POSSIBILE – C’è una doverosa aggiunta da fare. Inzaghi sicuramente ama il fraseggio e il possesso, ma si è anche adattato al materiale a sua disposizione. Senza Lukaku e Hakimi ha perso molta propulsione in campo aperto. Alzare il baricentro e ricamare molto la manovra è stata, in parte, una conseguenza. Adesso Lukaku è tornato. Vedremo nel 2022-2023 come sarà il dato sul possesso.