L’Inter deve ritrovare sé stessa, e il processo prescinde dai nomi
L’Inter con l’Udinese è chiamata a ritrovarsi. Prima dei nomi, prima delle scelte tattiche, viene la mentalità da grande squadra.
SCELTE DI FORMAZIONE – La sconfitta nel derby ha aperto una grande discussione sui singoli giocatori dell’Inter. Chi deve o non deve giocare titolare, chi deve o non deve subentrare, che rotazioni sono necessarie visti i problemi di condizione di acuni elementi. Tutti discorsi più che legittimi, che si riflettono in modo inevitabile sulle scelte per la sfida con l’Udinese. Scelte che però non conteranno niente se prima l’Inter non ritroverà sé stessa.
PROBLEMA DI TESTA – Quanto visto nel derby infatti attiene in primo luogo a un problema di approccio. Una questione mentale. Il punto di arrivo di un processo visto seminare in partite per così dire minori, affrontate e gestite con un filo di superficialità di troppo. Deflagrato in modo inaspettato nella sfida col Milan, affrontata evidentemente in modo approssimativo. Ed è questo il punto che deve essere cambiato. Che viene prima di qualunque scelta di formazione.
PRIMA RITROVARSI – L’Inter ha bisogno di un’altra mentalità. Quella messa in mostra nella scorsa stagione. Che permetteva di aggredire le partite, trovare il vantaggio e poi in caso pensare a gestire. Ma solo dopo aver dato l’impronta. Dopo aver messo le cose in chiaro. La squadra a Udine deve in primo luogo ritrovare la mentalità da grande. Poi potremo discutere delle scelte sui nomi.