Inzaghi e l’incapacità di usare la frizione: da Inter-Monza un’ennesima conferma

Per Simone Inzaghi Inter-Monza rappresenta l’undicesima sconfitta stagionale in Serie A. E l’ennesima conferma di un suo limite, che sta costando caro ai nerazzurri.
UNA VELOCITÀ – Il copione di Inter-Monza è sostanzialmente lo stesso di molte delle ultime partite di campionato dei nerazzurri. La squadra di Simone Inzaghi controlla la partita, assedia forsennatamente l’area avversaria e raccoglie numerose occasioni da gol. Finendo però a secco, e anzi subendo in una delle poche sortite offensive nemiche. Tanto che viene da chiedere come questa Inter riesca a fare un misero punto in un mese contro Spezia, Salernitana e Monza, e al tempo stesso battere il Benfica a Lisbona. E la domanda non è per nulla retorica, e anzi potrebbe trovare anche una risposta (piuttosto semplicistica inizialmente.)
ASSEDIO PROLUNGATO – Consultando il report della Lega Serie A, si ha la conferma di come l’Inter abbia giocato il match di ieri stanziando a ridosso dell’area del Monza. Lo si può vedere facilmente analizzando le posizioni medie delle due formazioni in campo (pag. 11 del report):

Qui possiamo vedere le posizioni medie nel secondo tempo, che sono ancor più esacerbate. Si può infatti vedere come un solo uomo del Monza (Dany Mota, col numero 47) sia oltre la linea di metà campo. Nell’Inter, invece, quasi tutti ad esclusione della difesa. Che comunque presidia il cerchio di centrocampo. E questo concetto è ulteriormente rafforzato da un altro dato.
DISTANZE SIDERALI – Nel corso della ripresa, l’Inter ha avuto il baricentro a circa 53,4 metri, con una lunghezza di squadra di 51,8. Il Monza invece si ferma a meno di 43 metri di baricentro (42,94 per la precisione), con una lunghezza di 38,3 metri. Come si traducono in fatti questi dati? Molto semplicemente, i nerazzurri hanno giocato molto alti e lunghi. I brianzoli si sono invece difesi rimanendo bassi e compatti, “piazzando l’autobus” a difesa della porta, come si suol dire. E Inzaghi non è riuscito – ancora una volta, va detto – a fare leva sul baricentro e sulle distanze dei suoi per aprire le maglie avversarie. Lasciando che i suoi giocassero seguendo l’unico piano gara noto, e perdendo l’ennesima partita per conclamati limiti tattici.
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