Inzaghi forse ha trovato la chiave: due Inter (diverse) in una sono possibili
Inzaghi non ha ancora mai avuto la rosa dell’Inter al completo, eppure di partita in partita sta cercando di ottimizzare alcuni aspetti attraverso le rotazioni. Rotazioni che non sono quasi mai riferite alla formazione titolare, bensì alla scelte dei subentranti a partita in corso
MOSSA DECISIVA – La prima vittoria stagionale dell’Inter in Champions League non è/era scontata come qualcuno vuole far credere. Arriva e riesce laddove Shakhtar Donetsk e soprattutto Real Madrid hanno fallito malamente. Non che lo Sheriff Tiraspol sia una corazzata, ma una squadra di tutto rispetto sì. E l’approccio dell’Inter di Simone Inzaghi è quello giusto, come già analizzato (vedi analisi tattica di Inter-Sheriff). Ma in cosa consiste il cambiamento? Sicuramente nell’utilizzo di Arturo Vidal, che da mezzala riesce a portare a termine i compiti tattici meglio di Hakan Calhanoglu (fuori per infortunio, ndr) e compagni. Il centrocampista cileno ha caratteristiche che si sposano alla perfezione in un reparto a cinque che prevede due esterni di spinta e due mediani dinamici. Anche se in alcune partite, ad esempio domenica sera contro la Juventus, difficilmente si vedrà una squadra così propositiva, in favore di un undici più abbottonato. Non è solo una questione di equilibrio tattico, bensì di dominio a livello tecnico.
Due Inter diverse in 100′: le opzioni di Inzaghi
CHIAVE STRATEGICA – La continuità prestativa di Vidal ancora non supera l’ora di gioco abbondante. Non a caso, segna il 2-1 decisivo al 58′ e Inzaghi lo sostituisce sul 3-1 al 75′, a seguito di un calo fisiologico prevedibile. Ed è proprio nella scelta dei cambi che si nota la maturità di Inzaghi. Al posto del cileno entra Roberto Gagliardini, non quella che sarebbe la prima scelta in panchina, vale a dire Matias Vecino. Scelta precisa e motivata: non servono “strappi”, non serve confusione nel finale per riempire l’area di rigore in maniera caotica. Servono fisicità, ordine e pulizia nella giocata. I 20′ scarsi giocati da Gagliardini permettono all’Inter di chiudere sul 3-1 senza altri rischi. Inzaghi ha una panchina lunga, dove può pescare profili diversi in base alla situazione richiesta. Nel finale ripropone anche Stefano Sensi e soprattutto Aleksandar Kolarov, profili utili a completare il puzzle nerazzurro: la formazione titolare è praticamente obbligata, ma dopo la prima ora di gioco i cinque cambi saranno fondamentali per recuperare o controllare il risultato (vedi focus). Due Inter in una. Diverse.