Inzaghi anche con l’Udinese si incarta sui cambi, stavolta nel modo opposto
Udinese-Inter ha visto ancora una volta Inzaghi in difficoltà nella gestione dei cambi. Un problema già emerso in Lazio-Inter, anche se in senso opposto.
PROBLEMA COI CAMBI – Nella sconfitta in campionato con la Lazio Inzaghi aveva avuto un ruolo attivo, chiaramente in negativo, in due aspetti. Le scelte iniziali e i cambi. Se infatti far partire titolare Roberto Gagliardini con l’unico obiettivo di limitare Sergej Milinkovic-Savic non sembrava una grande idea, il tecnico poi ha insistito sulla sua scelta ritardando oltre ogni limite comprensibile i cambi. Lasciando così la possibilità a Maurizio Sarri di prendere in mano la partita. Un problema specifico quello sulle sostituzioni, sottolineato da tutti nei giorni successivi. Che con la gara con l’Udinese si è riproposto. Ma in senso opposto.
INTERVENTISMO ECCESSIVO – Se con la Lazio Inzaghi si era trincerato dietro una gestione passiva a un passo dall’immobilismo, fidandosi del suo piano iniziale ben oltre il lecito, in Udinese-Inter è passato a una gestione eccessivamente attiva. Due cambi addirittura già alla mezz’ora del primo tempo. Due terzi della catena di sinistra, Alessandro Bastoni e Henrikh Mkhitaryan. Col risultato in pareggio. E poi un’insistenza al limite dell’inspiegabile coi cambi difensivi. Andando a toccare ben quattro volte la sua linea. Un interventismo tanto eccessivo da risultare confuso. E infine dannoso. Un’altra gestione sciagurata di Inzaghi, ma in un modo nuovo. Di cui si sarebbe fatto volentieri a meno.