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Inzaghi e il 3-4-3 di Genoa-Inter: una differenza rispetto al passato

Simone Inzaghi ha varato il 3-4-3 nel finale di Genoa-Inter (2-2), prima di Serie A per i Campioni d’Italia. Semplice soluzione di emergenza per raddrizzare una partita, o vero piano B? Le parole del tecnico sono chiare e suonano diverse rispetto al passato.

NESSUNA NUOVA – L’Inter ha steccato la prima di campionato da Campione d’Italia, pareggiando in casa del Genoa. Risultato che non soddisfa nessuno in casa nerazzurra, a partire da Simone Inzaghi. Che a un certo punto del match, per provare a ribaltare completamente lo svantaggio iniziale (dopo il pareggio immediato di Marcus Thuram), ha varato persino una soluzione di emergenza. Ossia schierando i suoi uomini con un 3-4-3 molto più offensivo. Non è la prima volta che Inzaghi ricorre a questo espediente tattico. Tuttavia si sono viste (e sentite) delle differenze rispetto al passato.

ATTACCO FORZATO – Una delle ultime volte in cui l’Inter si schierò col 3-4-3, sempre a gara in corso, fu a Udine lo scorso 8 aprile. In quell’occasione Inzaghi sostituì Hakan Calhanoglu con Alexis Sanchez, da far giostrare come trequartista dietro a Thuram e Lautaro Martinez. Dinamiche molto simili a quelle di sabato a Genova. Con Calhanoglu che al 75′ (a Udine fu un minuto prima) lascia il posto all’esordiente Mehdi Taremi. E capitan Lautaro Martinez che si sposta dietro l’iraniano e Thuram. Con Nicolò Barella e Davide Frattesi interni di centrocampo. Un approccio decisamente più offensivo che nell’arco di dieci minuti paga, visto che Frattesi serve a Thuram l’assist dell’1-2, al termine di un’azione travolgente. E il primo a togliere casualità da questa scelta è proprio Inzaghi, nelle sue parole a fine partita.

NUOVA SOLUZIONE – Fino alla scorsa stagione, derogare dal 3-5-2 era una tattica d’emergenza per l’Inter di Inzaghi. Un cambiamento da innestare a gara in corso per forzare la mano. Col ritorno al modulo base dal fischio d’inizio della partita successiva. Stavolta invece il tecnico nerazzurro parla diversamente. Perché nella conferenza post Genoa-Inter dice esplicitamente che il 3-4-3 è riproponibile, anche dall’inizio. In fondo, gli interpreti per il trequartista – in quello che è più propriamente un 3-4-1-2 – non mancano. A partire dallo stesso Calhanoglu, ma senza dimenticare Henrikh Mkhitaryan e Piotr Zielinski. Tuttavia bisognerà lavorare per consolidare la fase di copertura, dove diversi riferimenti andrebbero persi. Non resta che vedere quanto Inzaghi lavorerà per riproporre questa tattica, mostrando così un’Inter diversa rispetto a quella che ha illuminato la Serie A 2023/24.

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