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Inter, tutti i nomi da Maicon ad Hakimi: la maledizione della fascia destra

Hakimi ormai è destinato a lasciare l’Inter, andando a riaprire una vecchia ferita che stava cominciando a rimarginarsi dopo quasi un decennio dalla partenza di Maicon. Vediamo chi è passato in nerazzurro in questi anni, tra delusioni, sorprese e nomi da dimenticare.

IL COLOSSO – Achraf Hakimi è sempre più vicino a lasciare l’Inter. Le ultime notizie lo danno a un passo dal Paris Saint-Germain (vedi articolo). Stanno già fioccando i nomi dei possibili sostituti, che per forza di cose non saranno all’altezza dell’esterno marocchino. Un’esperienza che i tifosi nerazzurri hanno già vissuto negli anni successivi alla partenza di Maicon. Il terzino brasiliano arriva all’Inter nel 2006 dal Monaco per una cifra vicina ai 6 milioni di euro. Un affare irripetibile per un giocatore che diventa fin da subito il beniamino dei tifosi a suon di prestazioni clamorose. Maicon riesce in un’impresa che fino a quel momento sembrava impossibile: spostare Javier Zanetti dal ruolo di terzino destro. Il capitano trasloca a centrocampo nell’Inter di Roberto Mancini, la fascia destra è tutta per Maicon. Fisicamente dominante e con numeri da ala, diventa praticamente un regista laterale che fa svoltare il gioco dell’Inter. Con la maglia nerazzurra vincerà tutto. Lascia Milano nel 2012 per trasferirsi al Manchester City, aprendo una voragine sull’out di destra che l’Inter non è più riuscita a colmare per quasi un decennio.

I SOSTITUTI – Per il dopo Hakimi circolano i nomi di Manuel Lazzari, Davide Zappacosta, Hector Bellerin, Denzel Dumfries e chissà quanti altri se ne aggiungeranno nei prossimi giorni (vedi articolo). Il ricordo dei giocatori con cui l’Inter aveva provato a sostituire Maicon non fa di certo dormire sonni tranquilli ai tifosi. Il “Divino” Jonathan, giocatore più stimato sui social come macchietta che in campo. Meteore come Wallace o Martin Montoya, passati per Milano solo come comparse. Altri giocatori adattati, esperimenti, difficile nominarli tutti. Meglio dimenticare. L’unico a essersi imposto con continuità in questi anni è Danilo D’Ambrosio. Passa dal Torino all’Inter nel gennaio del 2014 e da quel momento diventa titolare, collezionando oltre 200 presenze in maglia nerazzurra. Giocatore di grande duttilità e applicazione, rimane comunque a una galassia di distanza dal livello di qualità a cui i tifosi dell’Inter si erano abituati. Dopo di lui arrivano anche Sime Vrsaljko, le cui condizioni fisiche precarie gli impediscono di trovare continuità, e Cedric Soares. Antonio Conte, per il suo 3-5-2, prima di poter contare su Hakimi usa Antonio Candreva come quinto di destra. Qualche apparizione di Victor Moses e l’esperimento (per il momento fallito) Valentino Lazaro completano la lista. In pratica, a parte qualche ottima prestazione di Matteo Darmian, una vera e propria maledizione.

CANCELO E HAKIMI – Solo due nomi erano riusciti a riaccendere la fantasia del pubblico del Giuseppe Meazza: Joao Cancelo e Achraf Hakimi. Il primo sbarca a Milano in prestito dal Valencia nel 2017. Dopo un avvio titubante, si prende di prepotenza la fascia destra e mostra un talento e un piede che da queste parti non si ammiravano da tempo. Diventa uno dei trascinatori nella cavalcata che porta l’Inter di Luciano Spalletti al quarto posto ottenendo la qualificazione in Champions League dopo anni a secco. Ma la società nerazzurra non era mai stata in grado economicamente di trattenere l’esterno portoghese, che infatti a fine stagione fa ritorno al Valencia che poi lo vende alla Juventus. Una serie di eventi difficile da mandare giù per i tifosi. A consolarli arriva però qualche anno dopo una notizia che squarcia la tranquillità di un noioso pomeriggio di giugno: l’Inter prende Hakimi dal Real Madrid. Impossibile contenere l’entusiasmo. Un giovane talento che aveva fatto vedere cose meravigliose al Borussia Dortmund sceglie l’Italia e l’Inter. Il campo parla chiaro, in nerazzurro è tornato un top del ruolo e i numeri dimostrano ampiamente la bontà dell’operazione. Perderlo, dopo solo un anno, è normale che getti la tifoseria nello sconforto. I discorsi economici possono essere spiegati e compresi, i sentimenti no. In attesa di notizie ufficiali, la speranza è che non ci vorrà un altro decennio prima di poter ammirare di nuovo un giocatore come Maicon o Hakimi su quella fascia.

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