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Inter, qual è il reparto più forte? Analisi di difesa, centrocampo e attacco

L’Inter di Simone Inzaghi è una squadra di per sé forte. Eppure, la posizione in classifica e le 5 sconfitte già incassate fanno pensare che sia qualcosa che non va nella rosa. Ecco un’analisi approfondita dei tre reparti della squadra nerazzurra

LA DIFESA: TROPPI GOL INCASSATI, BENE L’INSERIMENTO DI ONANA

Si parte, ovviamente, dalla difesa. Il reparto arretrato è forse quello che meno ha performato tra i tre. Troppi i gol subiti in campionato, ben 22. Un cambiamento che ha portato a un miglioramento della situazione è stato quello dell’inserimento di Onana tra i pali, al posto di un Samir Handanovic ormai spento. L’inserimento di Acerbi è stato positivo, ma a deludere sono stati i tre titolarissimi. Skriniar ha iniziato la stagione con potenziali dubbi su una possibile partenza. De Vrij è in fase di calo, già iniziata l’anno scorso. Sorprende invece il basso rendimento di Bastoni, che tra problemi virali e disattenzioni generali è molto lontano dai livelli raggiunti lo scorso anno.

IL CENTROCAMPO: IL 3+2 FUNZIONA, CALHANOGLU RIVELAZIONE

Passiamo ora al centrocampo, ovvero il reparto dove l’Inter dispone di maggiori alternative. La controprova a questa tesi è dall’aver giocato quasi metà campionato senza il proprio faro, ovvero Marcelo Brozovic. Inzaghi, invece di bruciare il giovane Kristjan Asllani (dal quale ci si aspetta maggior minutaggio nel nuovo anno) ha saggiamente messo in cabina di regia Hakan Calhanoglu. Il turco ha raggiunto dei picchi di rendimento probabilmente inediti in carriera, e ora potrà tornare a svolgere il ruolo di mezz’ala con maggior consapevolezza nei propri mezzi. Altra grande scoperta è Henrikh Mkhitaryan. L’armeno ha giocato da mezz’ala, dando una grossa mano a Calhanoglu nei compiti di impostazione. L’apporto di gol e assist è in miglioramento (2 reti e 1 assist al momento) e rappresenta sicuramente un ottimo quarto centrocampista, utile per le rotazioni. Infine, c’è Nicolò Barella. Il centrocampista azzurro è ancora troppo nervoso in campo e spesso questo nervosismo non gli permette di rendere come vorrebbe, ma in un certo senso il suo percorso di crescita sta continuando. Il dato di reti e assist è assolutamente positivo e in crescita fino ad ora ( 6 gol e 5 assist per il numero 23). Poco da dire su Gagliardini, che dopo aver giocato da titolare con la Lazio ha visto il campo molto poco anche a causa di un infortunio.

LE FASCE: DIMARCO TOP, DUMFRIES FLOP, GOSENS OGGETTO MISTERIOSO

Le corsie di esterne dell’Inter hanno subito una grossa perdita data dall’addio di Ivan Perisic quest’estate. Federico Dimarco, l’uomo designato per rimpiazzarlo, sta svolgendo il suo compito nel migliore dei modi. Le lacune difensive persistono, soprattutto sulle chiusure sul secondo palo, ma Inzaghi avrà modo di lavorarci. Il tecnico piacentino dovrà inoltre cercare di recuperare Dumfries. L’olandese era partito con il piede giusto, ma con il tempo è andato via via perdendosi. Al classe ’96 sembra mancare la fiducia per puntare l’uomo e crossare in area, una delle sue signature preferite. Poi, grande punto di domanda su Robin Gosens. Titolare in poche occasioni, il tedesco non ha mai goduto di continuità, quindi rimane difficile esternare un giudizio. Infine, Darmian si conferma un elemento affidabile che quando schierato in campo dà sempre il suo contributo. Bellanova, invece, ha dimostrato di essere un giocatore interessante, ma ancora molto molto grezzo.

L’ATTACCO: DOPO DZEKO E LAUTARO MARTINEZ IL NULLA

Concludiamo con il reparto offensivo nerazzurro, che si può definire con il termine “menomato.” La notizia è che Edin Dzeko è ancora il titolare, con enorme merito. Il bosniaco è a quota nove gol in campionato e spesso ha tirato avanti la carretta in questo inizio stagione, data la pressochè totale assenza di Romelu Lukaku, fermato da un infortunio alla coscia fino ad ora. Poi, Lautaro Martinez rimane il vero punto fermo della squadra nerazzurra. El Toro sembra aver compiuto uno step mentale importante, per il quale rimane in partita nonostante non riesca a segnare. La notizia è che il numero 10 non ha più una specie di ossessione per il gol, ma ora è più concentrato sugli obiettivi della propria squadra. Per quanto riguarda l’altro argentino, ovvero Joaquin Correa, il giudizio resta negativo. El Tucu aveva il compito di riscattarsi in questa annata calcistica. Sul campo, fino ad ora, non si è vista questa voglia di riscatto. Prevalgono invece l’indolenza e la pigrizia nel numero 11 nerazzurro, che mai è riuscito a rendersi davvero utile alla causa.

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