Inter, l’Europa League è un test sulla forza mentale, da Conte a Lukaku
L’Europa League per l’Inter è un test sulla forza mentale del gruppo. Di tutto il gruppo, a cominciare da Conte. La squadra deve dimostrare di essere cresciuta.
PARTITE DECISIVE – Dell’Inter e della sua forza mentale si è parlato molto. Non solo in questa stagione, ma in tutti gli ultimi anni. Il rapporto dei nerazzurri con partite decisive è sempre stato complesso e spesso ne sono usciti confronti complicati, con mille emozioni e risultati altalenanti. Soprattutto in ambito europeo il gruppo nerazzurro negli ultimi anni ha mostrato limiti. Di approccio alle gare e anche di gestione dello stesso match. Cosa a cui non è stato immune nemmeno Conte.
PROBLEMI EVIDENTI – Dai gironi di Champions sembra passato un secolo, ma fanno ancora parte di questa stagione. Le tre gare con Borussia Dortmund in Germania e col Barcellona andata e ritorno esemplificano tutti i problemi dell’Inter. Difficoltà a gestire risultati favorevoli, errori incredibili in attacco e in difesa, eccesso di ansia, limiti di rosa, fisici, tecnici, mentali. Nel calderone potete mettere tutto. E parlando di gare a eliminazione ci sono anche le due partite di Coppa Italia contro il Napoli. L’Inter è uscita dalla coppa nazionale principalmente per limiti suoi. Ancora tanti, troppi errori in attacco e disattenzioni inspiegabili in difesa. Ora l’Europa League presenta tutte gare secche. Quindi una serie di esami.
SEGNALI DI CRESCITA – La nuova struttura delle coppe europee deve diventare un’opportunità. L’Inter in questa stagione è diventata una macchina di grande intensità senza dubbio, ma anche di grande produzione offensiva. E oltre alla rinascita di Sanchez, la carta Eriksen e l’apporto di Young e Moses sugli esterni Conte dovrebbe poter puntare anche su Sensi. Finalmente. Il primo turno a eliminazione di Europa League col Ludogorets è stato poco più che un allenamento. Dal Getafe in poi si fa sul serio. Tutto il gruppo è chiamato a una crescita mentale. In primis il leader tecnico assoluto, Lukaku. Ma compreso anche Conte. Perché anche lui nelle coppe ha qualcosa da dimostrare.