Inter, fase di costruzione ancora rallentata. Ma Conte torna a sorridere
Ancor prima del lockdown, l’Inter non mostrava la stessa fluidità di manovra disegnata da Conte a inizio stagione. Ma la gara col Napoli lancia segnali molto incoraggianti all’allenatore: il lavoro dei prossimi mesi è ormai definito.
FRIZIONE – Nel secondo tempo di Napoli-Inter gli uomini di Antonio Conte hanno faticato a costruire gioco. La ripresa al San Paolo si pone accanto alle ultime gare pre-lockdown per caratteristiche simili: una manovra nerazzurra oltremodo farraginosa, e ulteriormente frenata dal pressing avversario. Una costruzione offensiva col freno a mano tirato, come dimostrano i numeri nel report della gara della Lega Serie A. Gennaro Gattuso, memore dei contropiedi letali nell’1-3 subito a gennaio, ha volutamente tenuto basso il baricentro degli azzurri in fase di non possesso (41,85 metri, come si vede a sinistra nell’immagine). In questo modo la retroguardia partenopea ha creato un muro estremamente difficile da scardinare, soprattutto per vie centrali, nonostante il baricentro alto dell’Inter (59,84 metri, a destra nell’immagine). Nella seguente immagine, estratta dal report, si possono osservare i due dati appena snocciolati:
In questo modo, lo sviluppo di gioco dell’Inter non si è sviluppato in modo fluido, impedendo a Eriksen e compagni di trovare le giuste penetrazioni, e vanificando il 61% di possesso palla.
Costruzione offensiva: la soluzione su cui deve lavorare Conte
Nel primo tempo, invece, l’Inter era scesa campo con un approccio completamente diverso, facendo rivivere alcuni sprazzi del calcio d’inizio stagione. A giocare un ruolo decisivo è stato sicuramente Christian Eriksen, che ha cambiato lo spartito dei nerazzurri. Agire da trequartista permette al danese di raccordare centrocampo e attacco, dando inoltre più verticalità e velocità alla manovra. Tuttavia, affinché ciò riesca è necessario che il tamburo di Eriksen suoni allo stesso ritmo di quelli di Marcelo Brozovic e Nicolò Barella. Questi ultimi sono tra i nerazzurri con più tocchi nel match di sabato (111 e 87, rispettivamente), ma non è sufficiente. Ai giocatori della zona mediana è richiesto infatti un lavoro supplementare in fase di non possesso. Smarcamenti cruciali per vanificare il pressing avversario e velocizzare lo sviluppo in due modi: verticalizzare verso il centro, oppure servire sulla corsa gli esterni. Due cose che nel corso del primo tempo di Napoli-Inter si sono viste spesso, con Ashley Young e Antonio Candreva posizionati in proiezione offensiva. Si dovrà quindi evitare quanto visto poi nella ripresa, con gli esterni come ultimi ricettori di palla, a difesa già schierata. Conte dovrà lavorare sui movimenti dell’intero centrocampo, dove gli interni dovranno fungere da perni.