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Inter, meno equilibrio e più frenesia: ecco su cosa deve lavorare Conte

La prima Inter della stagione 2020/21 e quella della scorsa stagione si distinguono soprattutto in un elemento: l’equilibrio tra i reparti e gli uomini in campo. Che quest’anno manca. Antonio Conte dovrà lavorare soprattutto su questo per migliorare il trend in corso, pur con tutti i limiti del momento.

NON EQUILIBRIOL’Inter 2020/21 è un cantiere ancora aperto, e i motivi sono presto detti. Ci sono nuovi ingressi in rosa da innestare, cavalli di ritorno che devono accettare un nuovo ruolo, nuovi compiti da imparare. E poi ci sono le difficoltà legate al Covid-19, che hanno nuovamente ridotto all’osso una rosa ampliata a dovere in estate. Ma al di là degli interpreti, l’unico aspetto preoccupante che emerge dal gioco nerazzurro è la mancanza di equilibrio. L’anno scorso, sin da subito, Antonio Conte era riuscito a dare un’impressionante solidità al suo undici, a partire dal centrocampo. Quest’anno, invece, con nuovi interpreti e nuove interpretazioni, questo equilibrio è da ricostruire.

POSIZIONI – Un esempio lampante proviene dalla gara di ieri contro il Borussia Monchengladbach. Il centrocampo a tre costituito da Nicolò Barella, Arturo Vidal e Christian Eriksen non è mai riuscito a fungere da diaframma della manovra dell’Inter. E lo si può osservare nelle posizioni medie nerazzurre di ieri, rilevate da SofaScore:

Inter Borussia Monchengladbach posizioni medie
Inter Borussia Monchengladbach posizioni medie

Come si può vedere, Eriksen ha giostrato più o meno correttamente nella mattonella del trequartista. Meno comprensibili sono invece le scelte di Barella e Vidal. L’italiano ha giocato molto vicino alla catena di destra, schiacciandosi fin troppo tra D’Ambrosio e Darmian. Il cileno ha invece agito da vertice basso, creando un vuoto tra sé e Perisic. Ed è proprio in quel vuoto che i tedeschi sono riusciti a infilarsi in entrambe le azioni da gol. Astraendosi però dalla partita di ieri, la sensazione è che questa mancanza di equilibrio nella zona nevralgica connoti i nerazzurri da inizio anno.

DIFESA – Ed è a questa mancanza che vanno correlati i 10 gol subiti nelle prime 5 gare (l’anno scorso lo stesso passivo è maturato nel doppio delle gare). Il centrocampo nerazzurro ha forti lacune in termini di coperture preventive, tanto che le due mezzali raramente affrontano gli avversari in posizione di difesa, frontalmente. Più spesso si vedono Barella e Vidal arrivare in allungo sul portatore di palla, nella speranza di rubare la palla o interrompere il fraseggio con un tocco. E questo potrebbe essere legato all’approccio offensivo dell’Inter (che vedremo più avanti), che porta la linea di centrocampo a salire molto a ridosso della coppia d’attacco. Una salita quasi frenetica, che toglie di conseguenza lucidità alla fase di rientro.

ATTACCO – E anche la manovra offensiva dell’Inter risente di questa frenesia, acuita ieri dall’assenza di Achraf Hakimi. Lo schema principale della gara è stato l’appoggio su Romelu Lukaku, ormai il totem di riferimento lì davanti. Tuttavia, quando il belga è costretto a scendere troppo per ricevere palla, spesso si osserva una compressione delle due linee. Questo perché anche i centrocampisti sembrano salire in modalità blitzkrieg, quasi a voler colpire subito con più armi possibili. Scelte che non ripagano poi in fase di transizione difensiva, come si è visto più volte in queste prime cinque gare. E proprio questi sono i due elementi su cui Conte dovrà lavorare maggiormente nelle prossime settimane (assenze permettendo). Far tornare il centrocampo ad essere la zona di controllo del gioco nerazzurro, metronomo in grado di modificare (anche drasticamente) il ritmo a seconda delle necessità: il resto verrà poi di conseguenza.

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