Inter, le conseguenze dell’autofinanziamento: Hakimi, Dumfries, poi?

L’Inter da alcuni anni non vive una situazione economica societaria molto tranquilla. La proprietà Suning non dà garanzie e ogni sessione di mercato la squadra viene ritoccata. Le maggiori conseguenze hanno colpito principalmente una parte di campo.
PROBLEMI – Come già noto da diversi mesi, se non anni, il gruppo Suning sta avendo problemi economici in Cina. Il governo vorrebbe che gli investimenti avvenissero all’interno del paese e per questo l’Inter vive un periodo di difficoltà. Il panorama è cambiato soprattutto a causa della pandemia e del Covid, che ha portato la Cina a chiudere le proprie prospettive all’estero. Le conseguenze di questa linea le sta pagando l’Inter, in prima linea tra le multinazionali calcistiche non funzionali per il paese di Steven Zhang. Negli ultimi tempi il presidente è stato spesso presente ad Appiano Gentile, presenziando anche in occasione delle partite. Nell’ultima contro l’Atalanta si è reso anche protagonista di una simpatica esultanza per la vittoria accanto all’Amministratore Delegato Giuseppe Marotta. Questo non basta però, l’Inter è condannata all’autofinanziamento e la squadra comincia a risentirne.
Inter, cosa prospetta il futuro?
CONSEGUENZE – Debiti, ultimo bilancio del 2022 chiuso con più di 100 milioni di euro di perdita, quale può essere il futuro nerazzurro? Steven Zhang non può immettere denaro, il prestito dal fondo Oaktree tra poco più di un anno dovrà essere ripagato con gli interessi e niente è sicuro. La famiglia Zhang potrebbe perdere l’Inter nel caso in cui non trovasse 275 milioni di euro da restituire e la possibilità che questo accada è concreta. Negli ultimi mesi si è parlato di cessione: il panorama economico più interessato alla società nerazzurra dovrebbe essere quello americano. La linea della proprietà cinese è chiara: per meno di un miliardo l’Inter rimane a Steven. L’autofinanziamento però sta generando non poche conseguenze sulla rosa a disposizione di Simone Inzaghi.
Inter, downgrade sulla fascia destra?
DESTRA – Il downgrade più pesante ha toccato la fascia destra sicuramente. Nell’anno dello Scudetto con Antonio Conte, Achraf Hakimi ha dominato quel lato del campo e ha dato possibilità al tecnico salentino di giocare con il baricentro della squadra basso, sfruttando poi il contropiede. Il marocchino è durato però solo un anno a Milano, quel bacio alla maglia nel giorno dei festeggiamenti non ha avuto futuro. Il Paris-Saint-Germain ha comprato l’esterno per 68 milioni di euro, l’Inter lo ha sostituito prontamente con Denzel Dumfries, pagando al Psv 12 milioni. L’olandese ha fatto benissimo al suo primo anno in maglia nerazzurra, ma non si può paragonare il livello del giocatore a quello di Hakimi.
CESSIONE – I Mondiali hanno messo in mostra il miglior Denzel Dumfries possibile. In questa prima parte di stagione con l’Inter l’olandese non ha dato risposte estremamente positive, in Qatar invece è andato tutto in modo contrario. Louis van Gaal ha ritrovato nell’esterno uno dei migliori terminali offensivi, anche se quel rigore provocato contro l’Argentina ancora grida vendetta. L’autofinanziamento impone all’Inter un minimo di guadagni dalla sessione estiva: il primo indiziato a partire è proprio Denzel Dumfries, il giocatore che riscontra in questo momento il maggiore interesse all’estero (vedi articolo). Manchester United e Chelsea vogliono l’esterno destro, la società nerazzurra ha fissato il prezzo per la cessione: 60 milioni di euro. In caso di partenza, chi sarà l’ennesimo sostituto sulla fascia destra? Andrà bene come è accaduto lo scorso anno? Continuare su questa linea sicuramente avrà conseguenze nel lungo termine, ci si prepara a vedere un altro esterno occupare la fascia destra.