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Inter, la Champions League ti ha fatto matura! Ora un’altra testa

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Grande avvio di stagione dell’Inter, che si trova al primo posto sia in Serie A che in Champions League. Di testa, la squadra di Inzaghi vola.

OTTIMO AVVIO − Chi ben inizia è già a metà dell’opera. È il motivetto che in casa Inter sperano possa materializzarsi con dovere alla fine dell’anno. In effetti, l’inizio di stagione della squadra di Simone Inzaghi è stato a dir poco positivo. Dodici partite giocate, nove in campionato e tre in Champions League, condite da nove vittorie, due pareggi e una sola sconfitta. In tre giorni, i nerazzurri hanno agguantato un doppio primato: quello solitario in Serie A, grazie alla vittoria di Torino per 0-3 e alla sconfitta del Milan contro la Juventus, e quello a braccetto con la Real Sociedad nel girone D di Champions. La squadra è in netta crescita e questa prima dozzina di partite ha implementato un fattore sicuramente non banale: la maturità.

Inter, la Champions League lo specchio della crescita

SOFFERENZA − Il primato bis della Beneamata è infatti frutto di una crescita di squadra molto importante. Evoluzione tecnica, fisica e soprattutto mentale. Al netto delle disquisizioni tattiche e della grandezza dell’organico, l’Inter è accresciuta in consapevolezza diventando una squadra molto pratica e risoluta. C’è un’equazione: nella sofferenza un punto, nelle partite normali la vittoria. E queste tre partite di Champions League ne sono la perfetta dimostrazione. A San Sebastian, l’Inter ha saputo fare di necessità virtù: ha retto la burrasca della Real Sociedad, anche arrancando e aggrappandosi alla fortuna e a Sommer, per poi trovare l’acuto nel momento di alleggerimento della morsa basca. Punto oggi di estrema importanza, visto anche il percorso della squadra di Alguacil.

PAZIENZA − Contro Benfica e Salisburgo, l’Inter ha sicuramente sofferto meno rispetto alla gara in Spagna, ma ha comunque sudato e non poco per agguantare i tre punti. Se all’Anoeta l’Inter ha lavorato con la testa per rimanere all’interno della partita, contro i lusitani ha lavorato sempre mentalmente, ma stavolta per far sua la partita. Ossia, la squadra non si è fatta mai divorare dall’attesa di un gol che non arrivava mai (causa pali e Trubin), ma con pazienza e fiducia è riuscita risolvere il match trovando l’1-0 a metà ripresa.

SEMPRE LA TESTA − Ieri un ulteriore banco di prova superato: quello contro la sfrontatezza e la maggior freschezza atletica dei ragazzi del Salisburgo. Il gol di Sanchez a sbloccare il match, ma soprattutto la reazione immediata dopo il pareggio di Gloukh, sono tutti fattori indicativi del livello di maturità e di forza mentale raggiunti dall’Inter. Una grande squadra è soprattutto una squadra mentalmente fortissima. È sempre la testa che comanda e fa muovere le gambe.

Pubblicato da
Sandro Caramazza

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