Inter, calciomercato condizionato da Kolarov e Sensi? I conti non tornano
Kolarov è pronto a dire addio all’Inter. E forse anche al calcio giocato. Per Sensi invece si parla sempre di un arrivederci a Milano. Il calciomercato nerazzurro sembra essere condizionato da due presenze fantasma all’interno del gruppo-squadra di Inzaghi. Eppure non può essere davvero così
RISERVE FANTASMA – Escludendo il primavera Mattia Zanotti (8), solo Aleksandar Kolarov in questa stagione può dire di non aver giocato nemmeno un tempo in Serie A in maglia nerazzurra. Nei tre spezzoni di partita in cui Simone Inzaghi ha fatto entrare dalla panchina il classe ’85 serbo, il cronometro si è fermato complessivamente a 44 minuti. Una media di nemmeno un quarto d’ora a partita. Perfino Stefano Sensi ne ha giocati di più: 192 in nove partite, ovvero poco più di 21 minuti a spezzone. Pensare che il mercato invernale dell’Inter nell’ultima settimana di gennaio sia legato agli addii di Kolarov (rescissione consensuale) e Sensi (prestito gratuito) fa sorridere un po’.
CIFRE RIDICOLE – Se poi aggiungiamo i costi legati agli ingaggi netti, Kolarov (1.5) e Sensi (2) non possono “sbloccare” davvero nulla. O meglio, l’Inter fino a 30 giugno risparmierebbe circa 2.7 milioni lordi se non dovesse riconoscere nessuna buonuscita a Kolarov e non dovesse partecipare parzialmente al pagamento dello stipendio di Sensi per il prestito alla Sampdoria. Non si può parlare nemmeno di un “tesoretto” di mercato. Il “nuovo” budget sarebbe utile per acquisti in prestito per cinque mesi a circa 1.5 milioni netti di stipendio fino al 30 giugno. Difficile fare un acquisto così, figuriamoci due. Palese pensare che il summit dell’Inter serva a fare davvero chiarezza sui margini di manovra sul mercato, al di là del futuro (già scritto) di Kolarov e Sensi.