Il Napoli di Gattuso è cambiato ancora e non è solo catenaccio
Il Napoli non è più una contender per lo scudetto, ma con Gattuso è tornata ad essere una squadra solida e con riferimenti chiari. Oggi non è solo catenaccio e ha una sua identità di calcio.
TATTICA – Gattuso è già nella sua terza fase di gestione del Napoli e della sua rosa. Dopo quella iniziale di ambientamento c’è stata quella della difesa a oltranza (su cui l’Inter si è schiantata in Coppa Italia) e ora, ritrovati i risultati, il gioco si è sviluppato ancora. Il modulo di riferimento è sempre il 4-3-3 e la variabilità riguarda il mediano davanti alla difesa (Demme e Lobotka) e la prima punta (Milik, Mertens, ma anche Lozano). Nello sviluppo del gioco il modulo diventa un 4-1-4-1 e il baricentro può anche essere molto alto. Il Napoli è la squadra col possesso medio più alto del campionato (57,2% e la percetuale si alza persino in trasferta).
STATISTICHE – La partita col Sassuolo (in cui ai neroverdi sono stati comunque annullati 4 gol per fuorigioco) è stata la prima senza gol al passivo per il Napoli dal 23 giugno. Vale a dire la prima gara post Covid, col Verona, appena dopo la vittoria della Coppa Italia. 11 gol subiti nelle 7 partite tra queste due. Gli azzurri segnano la maggior parte dei loro gol dal 60esimo in poi (25 su 58, quasi il 50%) in un attacco molto democratico, che vede solo Milik oltre i 10 gol segnati (11 per la precisione). Il Napoli è la squadra più corretta della Serie A: appena 70 i cartellini gialli (l’Inter ne assomma 91) e 2 rossi (i nerazzurri 7).
DETTAGLI – In difesa il referente assoluto è Koulibaly, ma nel post Covid è riemerso Maksimovic. Con Gattuso il serbo è tornato a buoni livelli. A centrocampo Demme è l’uomo che porta copertura ed equilibrio, acquisto fondamentale del mercato di gennaio. I due interni titolari sono Fabian Ruiz e Zielinski: elementi cardine del gioco, sono rispettivamente primo e secondo per km a partita. Lo spagnolo in più è secondo per assist con 6 e per passaggi di media. In attacco attenzione al fresco ex Politano, uno che ha già gol all’Inter in curriculum e potrebbe avere anche il dente avvelenato.