Icardi ricorre alle vie legali? Ecco cosa non deve fare l’Inter
La notizia di oggi, tutta da verificare, parla di un Mauro Icardi deciso ad andare al muro contro muro con l’Inter ricorrendo addirittura alle vie legali per ottenere la risoluzione del contratto. Ecco cosa non deve fare l’Inter per non dare appigli al suo capitano
Secondo quanto quanto riportato oggi Mauro Icardi potrebbe ricorrere alle vie legali per ottenere la risoluzione del contratto con l’Inter. Sarebbe senza dubbio, se confermato, un atteggiamento da scontro totale nella diatriba che vede protagoniste l’Inter e il suo ex capitano. Ma l’attaccante argentino potrebbe veramente portare in giudizio l’Inter accusandola di mobbing ottenendo così la risoluzione del contratto? Cerchiamo di vederci chiaro.
COSA DICE IL DIRITTO- Consultando il contratto collettivo il punto focale sembra essere rappresentato dall’articolo 7, quello che regola il diritto/obbligo di allenarsi del calciatore. Il primo comma prevede il diritto, ossia l’obbligo della società di fornire al calciatore le strutture idonee alla preparazione e mettere a disposizione un ambiente consono alla sua dignità professionale. Il calciatore ha inoltre il diritto di partecipare agli allenamenti e alla preparazione precampionato con la prima squadra, salvo quanto disposto dall’articolo 11 che prevede in alcuni casi l’esclusione dall’allenamento come sanzione disciplinare limitata nel tempo. Il secondo comma prevede però anche l’obbligo per il calciatore, salvo casi di malattia e infortunio accertati, di partecipare a tutti gli allenamenti nelle ore e nei luoghi fissati dalla società, nonché a tutte le gare ufficiali o amichevoli che la società intenda disputare in Italia o all’estero. In particolare, volendo seguire i (presunti, ricordiamo) intenti di Icardi, la condotta mobbizzante potrebbe essere ravvisata nel caso le esclusioni fossero reiterate con frequenza e per un lungo periodo senza una valida giustificazione tecnica.
L’INTER PUO’ ESSERE ACCUSATA DI MOBBING?- Per quello che si sa al momento l’Inter non può essere accusata di mobbing, anzi, è stato Mauro Icardi a chiamarsi fuori dalla squadra dopo la decisione della società di togliergli la fascia da capitano prima rifiutando la convocazione per la gara di Europa League contro il Rapid Vienna e poi accusando un perlomeno sospetto problema al ginocchio non rilevato dagli esami medici fatti effettuare dall’Inter. In questo momento non sembra quindi esserci un appiglio per giustificare un eventuale ricorso alle vie legali per l’attaccante argentino, ma l’Inter non deve commettere errori e un errore grave, che potrebbe dare una concreta giustificazione a Mauro Icardi, sarebbe la scelta, paventata dalla stampa negli ultimi giorni, di non convocare il giocatore per il ritiro estivo di Lugano. L’Inter quindi ha tutto il diritto di prendere una sua decisione tecnica di non puntare più su Mauro Icardi per il suo progetto, ma non deve escludere il giocatore dalla squadra, non deve impedirgli di allenarsi se non vuole rischiare di passare dalla parte del torto in un eventuale giudizio in tribunale: questa è la mossa, ventilata nei giorni scorsi, che l’Inter non deve assolutamente fare ma c’è fiducia che gli Zhang, Marotta e Conte siano perfettamente consapevoli delle eventuali conseguenze e non commetteranno passi falsi nella gestione di un caso che potrebbe diventare molto più complicato di quanto si potesse immaginare.