Hakimi e la trattativa infinita: una narrativa che non fa bene all’Inter
Achraf Hakimi è ancora un giocatore dell’Inter, ma secondo le fonti di mercato è già al PSG da oltre un mese. Una narrativa tossica per i colori nerazzurri, così quella relativa al possibile sostituto.
LUTTO ANTICIPATO – Le fasi di elaborazione di un lutto (anche figurato) sono cinque, ma parlando di Achraf Hakimi si rischia di scoprirne una sesta. Infatti molti tifosi dell’Inter sono già alla fase della rabbia (di solito il secondo step nel percorso di elaborazione), anche se il lutto – sempre figurato – non si è ancora verificato. Ad oltre un mese dall’uscita delle voci sul forte interesse del PSG per il numero 2 dell’Inter, la situazione non è di fatto cambiata. Hakimi è ancora nerazzurro, l’offerta dei parigini è ancora troppo bassa rispetto alle richieste. E allora perché piangere preventivamente?
NARRATIVA TOSSICA – Non c’è altro modo per descrivere il modo in cui viene descritta l’ipotetica trattativa tra Inter e PSG. Perché di fatto da un mese tutti gli aggiornamenti quotidiani, anche dei più grandi esperti di mercato, sono identici alla prima notizia. E, ribadiamo, ad oggi Achraf Hakimi è ancora un giocatore dell’Inter. E, se anche l’offerta del PSG si concretizzasse, non è opportuno tirare in ballo concetti come “ridimensionamento” o “downgrade“. Nel mercato post-pandemia nessun club (non solo italiano) può rifiutare un’offerta da 70-80 milioni di euro, soprattutto per un esterno. La differenza sta tutta nel modo in cui le trattative (e i problemi dei club) vengono raccontati.
POSSIBILE SOSTITUTO – Così come tossica è anche la narrativa circa il giocatore che sostituirà Hakimi in nerazzurro. Sempre che la trattativa tra Inter e PSG vada in porto, come si sta attendendo da oltre un mese. E anche qui ci teniamo a precisarlo: non ha senso parlare di “nuovo Hakimi”. È solo un altro modo per far gravare sul club nerazzurro il focus dell’eventuale cessione del marocchino. Quando invece, come detto sopra, davanti a un’offerta di questa portata nessuna società potrebbe esimersi. All’Inter ci sarà un “post Hakimi”, se e quando il numero 2 smetterà di incendiare la fascia destra di San Siro con le sue fughe.
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