Hakimi in involuzione a 360° in maglia Inter: fuori il colpevole e s’intervenga
Hakimi è stato il primo acquisto per l’Inter 2020/21. Non la ciliegina, bensì l’intera torta. Inutile dire che in questa prima parte di stagione sta deludendo, solo che bisogna capire le motivazioni. Se c’è un problema, va risolto. Perché il talento dell’esterno scuola Real Madrid non si discute
ESTERNO (ANCHE NO) – Dopo l’avvio sprint, la stella di Achraf Hakimi si è spenta. Oggi l’esterno marocchino è irriconoscibile. Non è sui livelli del biennio al Borussia Dortmund, ma nemmeno su quello dei suoi predecessori a Milano. Qualcosa è andato storto nel suo ambientamento. Anzi, forse è il caso di parlare di adattamento agli schemi. Da un po’ di tempo ad Hakimi viene chiesto di effettuare la doppia fase di gioco con consegne leggermente diverse dalle sue abitudini. E se a un terzino-ala che si esalta a giocare largo sulla fascia destra chiedi di stare più dentro il campo, forse ti puoi aspettare che qualcosa non andrà. Sembra assurdo, ma in Inter-Real Madrid le cose migliori le ha fatte nella ripresa da “attaccante aggiunto” (vedi analisi tattica).
PROBLEMA DA RISOLVERE – La prestazione di Hakimi a San Siro contro il “suo” Real Madrid è stata anche peggiore di quella dell’andata, quando si è reso protagonista del retropassaggio-assist. L’involuzione appare completa. Totale. Dal punto di vista tecnico gli errori sono elementari (cross, passaggi, tiri, addirittura stop!). E dal punto di vista tattico, come detto, è irriconoscibile. Un problema già approfondito giorni fa (vedi focus). Non è più un valore aggiunto sulla fascia, ma sembra giochi al servizio di compagni che dovrebbero battere la corsia laterale in sovrapposizione. Senza farlo. Ciò che preoccupa maggiormente, però, è l’aspetto psicologico. Di chi è la colpa? Qual è? Oggi Hakimi nell’undici di Antonio Conte è uno in meno. Dev’essere recuperato immediatamente, perché l’Inter non può bruciare l’ennesimo investimento su un altro talento.