Eyjafjallajökull fa +11 (come l’Inter di oggi): la Champions League nebulosa
Eyjafjallajökull è un nome che evoca dolci ricordi nei tifosi dell’Inter. Un po’ meno in quelli dei tifosi del Barcellona e, in generale, di tutti gli anti-Inter che ancora oggi hanno gli incubi per quella “nebulosa” edizione della Champions League. Sono passati undici anni
DALL’ISLANDA… – La parola Eyjafjallajökull, per quanto possa apparire complicata da dire e trascrivere (chi non ha usato il copia-incolla per scriverla?), non è un insieme di lettere uscite casualmente dopo un pugno sulla tastiera né una parolaccia arcaica. Si tratta del ghiacciaio islandese che, a causa dell’eruzione del vulcano Eyjafjöll che ricopre, è diventato protagonista inconsapevole della UEFA Champions League 2009/10. Tanto quanto McDonald Mariga nei 180′ più recupero che hanno preceduto la finale di Madrid. È il 14 aprile 2010 quando, a causa della nube prodotta dall’eruzione vulcanica, la navigazione aerea europea è paralizzata e viene emessa l’ordinanza urgente di bloccare i voli. Una situazione che dura almeno dieci giorni e si protrae, alternativamente, per quasi un mese. Questo periodo basta per entrare nella storia calcistica ancor più di quella geologica. Ed è anche merito dei complottisti, che ancora non hanno superato l’evento. Calcistico, non geologico.
… COL “FURGONE” – La storia la sappiamo tutti. L’eruzione dell’Eyjafjöll rende impossibile il viaggio del Barcellona verso Milano. Niente volo né treno – causa sciopero ferroviario francese -, partenza in pullman. Dodici ore di viaggio, oltre mille chilometri percorsi. Stanchezza notevole, vigilia rovinata. Per molti è questo il principale motivo del 3-1 dell’Inter di José Mourinho sul Barcellona di Pep Guardiola. Ma chi ha vissuto quella partita può giocare che l’Inter avrebbe vinto a prescindere dall’assist dell’islandese Eyjafjallajökull. E ci sono anche curiosi corsi e ricorsi storici che riguardano questa stagione (vedi focus). Oggi l’Eyjafjallajökull interista “compie” 11 anni. Un +11 che fa ben sperare, soprattutto buttando l’occhio sulla Serie A (vedi classifica).