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Eriksen e le quarantotto ore di parto: l’Inter ha coronato il suo sogno

L’epifania del danese in nerazzurro è il coronamento del sogno di tutti. L’Inter, i suoi tifosi e Christian Eriksen compreso. L’ex Tottenham è un upgrade per l’Inter, scelta per la sua credibilità e per l’impennarsi di ambizioni e risultati. 

MESSIA – Il must delle quarantotto ore di attesa ha accompagnato Eriksen e l’Inter durante tutta la trattativa. Intensa, faticosa e per larghi tratti assordante. Alla fine, il danese è arrivato davvero, mentre sembrava vicino l’ennesimo inserimento lampo di una big spagnola, casualmente trovatasi dalle parti di Londra. L’Inter mette a segno un’operazione di mercato quasi d’altri tempi, ma volendo levigarne la base retorica, possiamo limitarci a sottolinearne la portata squisitamente calcistica. L’Inter prende un calciatore con un grandissimo controllo del proprio corpo (e del pallone) in situazione estreme. In grado di ricoprire tutti i ruoli prettamente offensivi del centrocampo, ma non estraneo all’intensità nelle due fasi. Morbidezza nel tocco ed estetica razionale del gioco ne fanno uno dei migliori profili mai acquistati durante la sessione invernale di mercato.

CAMBIARE – Il nome di Eriksen ha cullato i sogni dei tifosi dell’Inter per quasi un mese, ma le parti avevano iniziato ad annusarsi tempo prima. L’Inter compra un campione e lo espone alla mercé di un allenatore estremamente dogmatico. Antonio Conte sarà chiamato a confrontarsi col talento danese, come fece con Eden Hazard e gli anarchici esterni del Chelsea a suo tempo. Le qualità libertine del belga imposero un cambiamento nello stile di gioco del tecnico leccese, che iniziò a far ruotare l’intensità dei compagni attorno agli sbalzi d’umore dell’ex Lille. Sotto questo punto di vista, il colpo Eriksen è decisamente contro tendenza rispetto agli altri due uomini del mercato invernale: Ashley Young e Victor Moses. Il secondo, in particolare, ha avuto l’opportunità di tornare all’ovile, tra le braccia del suo mentore, correndo a perdifiato come non faceva proprio da quella miracolosa annata.

SCELTE – L’arrivo del danese, ormai ex Tottenham, va a catalogarsi come l’ennesimo bollino di qualità sul lavoro dell’Inter, di Marotta e di Suning. Già la scelta di puntare su Antonio Conte, in estate, aveva fatto schizzare le ambizioni del club. Ma a quel focolaio di speranze sono state sommate prestazioni e un principio di risultati che un loro peso, nella trattativa con Martin Schoots, devono averlo avuto. L’Inter è tornata ad essere una società credibile sotto tanti punti di vista. La crescita del fatturato è lì, pronta a testimoniarlo. Ma tralasciando la retorica dell’upgrade per l’intera Serie A, e della mancanza di concorrenti alternative, la scelta di Eriksen è anche frutto di un investimento personale. Il campionato italiano è oggettivamente meno appetibile rispetto alla Premier League, ma anche quando decise di andare al Tottenham, nella stagione 2013/14, Eriksen fece una scelta estremamente cinica. L’interesse del Liverpool, del Manchester City e dei tanti rubli offerti dallo Zenit non ebbe presa a suo tempo, su un calciatore orientato verso la ricerca di un contesto fertile dove esprimersi al meglio.

SOGNARE – Eriksen plana in nerazzurro con tante aspettative e con la necessità di imporre una leadership diversa ai suoi compagni. Una leadership rimarcata dalla purezza dei suoi calci piazzati, dalle stoccate verso la porta e dalla capacità di utilizzare al meglio entrambi i piedi. Sarà curioso e interessante vedere come i principi dogmatici di Conte si sposeranno con l’estro cogente del danese. Si è già parlato di doppio trequartista, con la qualità dell’ex Tottenham e di Stefano Sensi al potere nei mezzi spazi. Ma per sciogliere i nodi tattici basterà qualche partita, mentre il tecnico salentino probabilmente si sta già arrovellando. In conclusione, mi piacerebbe rimarcare le prime due parole di Eriksen in nerazzurro, uno sbrigativo: “Of course”, a domanda se fosse felice al momento dell’arrivo a Linate. Mi piacerebbe correggerlo e dirgli che per i tifosi dell’Inter non era affatto ovvio che scegliesse di vestirsi di nerazzurro. Probabilmente lo capirà tra qualche tempo, immergendosi dalla testa ai piedi in un mondo passionale. Ma a quel punto, non sono neanche sicuro di volere che venga a conoscenza della dimensione dell’Inter prima del suo arrivo. Eriksen rappresenta davvero un sogno con fattezze reali da queste parti (QUI il motivo). Sperando che sia un sogno, sì, ma che davvero non duri poco.

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