Dzeko e la Bosnia, un rapporto da rivedere: troppi minuti per l’attaccante

Dzeko continua a giocare con la Bosnia anche dopo una stagione vissuta praticamente sempre in campo. L’attaccante dovrebbe iniziare a gestirsi in modo diverso.
SIMBOLO DELLA NAZIONALE – Dzeko è un giocatore di riferimento per la Bosnia. L’attaccante è il primatista a livello storico sia di presenze che di gol per la nazionale. Il capitano, quello a cui tutti guardano. L’ultimo nome di spicco di una generazione di calciatori che ha messo sulla mappa una selezione giovane, nata nel 1995, che proprio grazie a loro è riuscita a partecipare al suo primo Mondiale nel 2014. L’attaccante dell’Inter insomma è un simbolo. Che però dovrebbe anche iniziare a rendersi conto del tempo che passa.
SEMPRE IN CAMPO – Dzeko è nato nel 1986. Ma nella sua testa non esiste il concetto di gestirsi. È abituato a giocare. Vuole giocare. E questo vale per il club e per la nazionale. Con 3371 minuti è stato il settimo giocatore più impiegato da Inzaghi in stagione. Il primo degli attaccanti. In più ha sempre risposto presente alle chiamate del suo ct. Nonostante questo e nonostante la Bosnia abbia perso il treno per i Mondiali 2022 la punta sta ancora giocando per la sua nazionale. In Nations League. Due partite, entrambe da titolare. Con un’altra all’orizzonte. Che ovviamente giocherà. Perché al suo ruolo di riferimento ci tiene. E vuole sempre ribadirlo sul campo.
CAPIRE LA SITUAZIONE – Dzeko a 36 anni dovrebbe iniziare a gestirsi. Fisicamente è integro e in perfetta forma, va detto. Ma non regge più un minutaggio simile. La sua stagione in nerazzurro lo ha detto chiaramente. Dovrebbe capire in che momento della sua carriera è. Iniziare a cambiare il suo impiego. Traslando la sua leadership. Riflettendo sul suo futuro anche con la Bosnia. Accadrà veramente?